A Pomigliano D’arco, una piccola cittadina vicino Napoli, delle persone con sogni grandi e inarrestabili, si sono inventati una cosa che sembrava del tutto impossibile. Ogni anno, quando l’estate sta per entrare nell’autunno, per tre giorni fanno un festival della letteratura dove non solo invitano alcuni tra i più grandi scrittori del mondo, ma li fanno vivere a Pomigliano. Così, ognuno di noi che pensa spesso ai libri, che viva a Milano, a Roma o a Berlino, un volta l’anno pensa che preferirebbe vivere a Pomigliano, che sarebbe bello stare a Pomigliano più che ovunque perché solo lì, in quei giorni, può succedere che un cittadino ignaro si ritrovi seduto su una panchina vicino al prossimo premio Nobel per la letteratura, o che qualcuno abbia una discussione accesa con William Vollman o con Antonio Moresco e, soprattutto, che questi grandi scrittori si ritrovino seduti allo stesso bar dove pure tu vai e che parlino, provino a capirsi.
Queste persone avvolte da un’ambizione senza criterio si sono riunite sotto il nome di un vecchio orso di guerra, l’orso Wojtek. Prima hanno fondato una libreria, poi una casa editrice e poi questo festival della letteratura indipendente che si chiama F.L.I.P.
Due anni fa, durante questi tre giorni di festa e di parole, si sono incontrati due giganti assoluti della letteratura, Mircea Cărtărescu e Antonio Moresco.
Per parlarsi, per ricucire una distanza, hanno avuto bisogno di Salvatore Toscano, scrittore a sua volta, ma soprattutto lettore vorace, residente a Pomigliano, uno che insieme a Ciro Marino continua a credere in questo sogno controcorrente e a sventolare la bandiera dell’Orso di guerra.
Ne è nato un dialogo molto fitto e poi un libro, si direbbe un’intervista ma io non lo penso.
Dentro lo stesso sogno, conversazioni, è una raccolta di lettere d’amore e, del resto, chiunque abbia una certa dose di sentimentalismo e passione per la letteratura dell’ottocento sa che le lettere d’amore sono, spesso, dove non si vedono.
Esistono lettere d’amore scritte per ignoti, per un popolo intero o per un uomo soltanto che saprà ascoltare.
Moresco e Cărtărescu sono due scrittori diversi, ma sono accomunati dall’idea che la scrittura sia un viaggio privo di compromessi. I loro libri sono enormi, senza trama, sono, precisamente, quelli che lo scrittore Luppino definiva libri extra-terrestri, cioè appartenenti ad altri mondo che non sono precisamente il nostro.
Tra l’altro, quando Luppino parlava in questo modo, si discuteva insieme dei libri di Felipe Polleri, un altro grandissimo scrittore che è stato ospite al F.L.I.P.
Le lettere d’amore, dicevo, ma lettere d’amore indirizzate poi a chi?
A me, al me giovane che voleva scrivere e a tutti quelli che vogliono scrivere e non hanno bussole e si sentono perduti. Quei giovani che leggono fino al tramonto e tutta la notte, quelli che si chiudono in bagno, che passeggiano con gli occhi spalancati.
Quei giovani, tra i quali io sono stato, troveranno un conforto enorme in queste pagine dove due scrittori infiniti si confrontano e si raccontano.
Scoprire i loro gusti, le loro debolezze, rivedersi in esse, mi avrebbe fatto sentire meno solo, quando avevo vent’anni, mi avrebbe permesso di capire che non dovevo essere sempre all’altezza dell’idea dello scrittore, che uno come Moresco, un genio come Moresco, guarda Scuola di polizia e ride fino a sciogliere il dolore nelle lacrime. Avrei scoperto che si può non amare Calvino e che non c’è niente di male, che anche loro, i grandissimi, guardano il Festival di Sanremo o leggono riviste di Gossip.
Salvatore Toscano non è un semplice intervistatore, un ponte tra i due maestri, è egli stesso autore, le sue domande, spesso più lunghe delle risposte, non contengono esclusivamente delle curiosità, ma anche delle considerazioni sue, che generano un confronto. Sono tre scrittori, qui, a parlare, tre scrittori che appartengono a generazioni diverse, che hanno condotto vite diverse e che si capiscono.
Di questi tre autori io conosco abbastanza bene le opere di due di loro, ho letto il libro d’esordio di Salvatore, quasi duemila pagine di Cărtărescu e, praticamente, niente di Moresco e questa condizione bifronte, scismatica, di ignoranza e conoscenza, trovo sia perfetta per cogliere la duplice funzionalità di un testo come questo, perché in esso il lettore troverà conferme e nuovi spunti per l’autore noto e una spinta a capire, una miccia che solo attende d’essere accesa, per lo scrittore che ignora.
Pierangelo Consoli
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Dentro lo stesso sogno, conversazioni. Mircea Cărtărescu, Antonio Moresco, Wojtek edizioni, Pp. 71, Euro 14