Henry Wise, scrittore e poeta quarantenne, originario della Virginia: Holy City è il suo primo romanzo, in Italia edito da Carbonio con la traduzione di Olimpia Ellero. Fondamentalmente si tratta di un poliziesco, ma andando avanti nella lettura ci accorgiamo che nella storia c’è qualcosa di più oscuro del crimine: i segreti con i quali i protagonisti non riescono a fare i conti.
Ci troviamo nella contea di Euphoria, a poche decine di chilometri da Richmond, in Virginia. È un America rurale, povera, poco emancipata, con piantagioni di tabacco, case abbandonate, criminalità, l’America di Chris Offutt, David Joy, Ron Rash…
Dopo dieci anni, Will Seems decide di ritornarci per assumere l’incarico di vicesceriffo. Il romanzo si apre con un incendio: qualcuno deve aver appiccato il fuoco nella proprietà di un ex giocatore di football: Tom Janders, che ora giace tra le fiamme con un coltello ficcato nella schiena. Will vede scappare dalla scena del delitto Zeke Hatom, afroamericano e padre di un suo amico d’infanzia. Vorrebbe tanto non farlo, Zeke è un brav’uomo, non può essere stato lui a uccidere Tom, Will ne è sicuro, ma nel terribile gioco dei ruoli lui è la guardia e Zeke il presunto colpevole. Sam, il figlio di Zeke, è a sua volta ricercato per una tentata rapina. Nessuno sa dove si nasconda ma Will potrebbe avere a che fare con la sua latitanza. I misteri diventano due. Will ha fatto il possibile per aiutare l’amico a salvarsi dalla tossicodipendenza, gli è stato sempre vicino, poi, un giorno, per una strana ragione è andato via. I misteri diventano tre. Will è tormentato dal passato, soffre per delle decisioni prese e per la morte della madre, e il caso giudiziario di Zeke ha riaperto ferite mai rimarginate del tutto. La vicenda è complessa, rognosa, e lo scontro tra Will e il suo capo, lo sceriffo Mills, non lascia intravedere nulla di buono. Mills è un uomo autoritario, burbero, incarna alla perfezione l’idea di giustizia sommaria che resiste in posti come Euphoria.
Nella seconda parte del romanzo, la moglie di Zeke ingaggia Bennico Watts, un’agguerrita detective di colore cacciata dalla polizia, perché insieme a Will cerchi il vero colpevole del delitto. L’inchiesta sulla morte di Tom diventa per Will una indagine su se stesso, un’occasione per guardarsi dentro, per provare a cancellare i sensi di colpa. Due temi importanti del romanzo sono l’identità e il legame con la propria terra, le radici. Il ritorno di Will a Euphoria non ha nulla di eroico ma ha il sapore epico della grande letteratura di frontiera.