Luca Giribone, noto per le atmosfere gotiche e distopiche dei suoi romanzi, torna in libreria esplorando un genere diverso, confezionando un breve racconto rivolto a un pubblico esigente e selezionato, cioè quello dei bambini. Con Il paese di Armonia (Europa Edizioni), l’autore testimonia un profondo amore per la musica, ambientando le vicende della narrazione in “un villaggio pieno di suoni e colori, adagiato in una Valle circondata da basse colline, nella quale l’erba verdeggia, le fronde degli alberi danza[no] leggere, gli uccellini canta[no] e tutti [sono] felici”. Un luogo fantastico dove “ogni cosa [è] musica”, dal vento che intona canzoni ai batuffoli di nuvole, dallo scorrere dei ruscelli al verseggiare degli animali. Una musica, tuttavia, divenuta nel tempo monotona, grigia, diatonica, priva di originalità e fantasia, semplicemente “sempre uguale”. Una minaccia incombe su Armonia, il Terribile Vulcano Dodecafonico, all’interno del quale vive la crudele Regina Dissonanza insieme al suo esercito di alterazioni, di diesis e di bemolli selvaggi, è pronto a eruttare dinanzi a modulazioni musicali libere e gioiose, in grado di sprigionare meraviglia, stupore e un pizzico di magia. Gli abitanti di Armonia vivono in pace, sacrificando, tuttavia, per paura di rivalse e punizioni, lo spirito gioioso e creativo insito nella loro più intima natura. I giorni sono cadenzati da una litania perfetta e immutabile, senza sbavature o deviazioni da uno spartito imposto con severità dalla perfida sovrana. La memoria della bellezza passata giace ormai muta e spenta.
Un destino ineluttabile a cui non vuole rassegnarsi Si, il protagonista della storia, figlio minore della famiglia Pentagramma, una piccola nota musicale “irrequiet[a] e pien[a] di curiosità” che “fini[sce] regolarmente per seguire il filo dei suoi pensieri” tanto da risultare stravagante e diverso agli occhi dei suoi stessi fratelli. Si non si accontenta “di ascoltare di continuo la stessa musica”, bella o brutta che sia, al contrario vorrebbe “per una volta, sentire qualcosa di nuovo e diverso”. L’incontro con il Signor Gregoriano, proprietario di una bottega “polverosa e caotica, piena di libri e spartiti”, perimetrata da “scaffali stracolmi”, resa eccentrica e curiosa per via di quei “tavoli carichi di fogli e oggetti bizzarri”, offrirà a Si l’occasione di mostrare il suo valore, guadagnando la stima della famiglia e ridestando la cittadinanza letargica e pigra. Un colpo di scena finale, infine, ricorderà al lettore come la musica e l’amore, in ogni epoca e luogo, siano da sempre chiamate ad abitare il cuore degli uomini.
Luca Bugada