Nel 1947 Louis Ferdinand Céline, dopo aver appreso dallo scrittore Albert Paraz che Jean-Paul Sartre, nel suo Portrait d’un antisémite (apparso su Les Temps Modernes nel dicembre 1945, e nell’ottobre 1947 ripreso da Gallimard nel volume Rèflexions sur la Question juive), aveva scritto: “Se Céline ha potuto sostenere le tesi socialiste dei nazisti, è perché era pagato”, scriverà in risposta À l’agité du bocal (All’agitato in provetta).
Il pamphlet sarà prima inviato a Jean Paulhan, che non lo pubblicherà, e quindi a Paraz, che lo riprodurrà in appendice al suo libro del 1948 Le Gala des Vaches. Nello stesso anno ne fu poi tirata, a cura di alcuni amici di Céline, una edizione limitata di duecento esemplari.
L’accusa di Sartre, uno dei più irremovibili persecutori degli intellettuali Collabos, poteva risultare molto pericolosa per Céline, vista la l’epurazione degli scrittori Collaborazionisti ancora in corso, opera del Conseil national des écrivains (CNE), e della fine fatta da Robert Brasillach, giustiziato tramite fucilazione il 6 febbraio 1945 nonostante una richiesta di grazia indirizzata a De Gaulle firmata, tra gli altri, da Mauriac, Claudel, Valéry, Duhamel, Paulhan, Cocteau, Colette…
In aggiunta a questo, il 19 aprile 1945 un Tribunale francese aveva spiccato un mandato di cattura per “alto tradimento” contro Céline, riparato nel frattempo in Danimarca, e dove sarà anche incarcerato a Vestre Faengsel, passando diversi mesi in cella di isolamento.
Per ultimo notiamo come, durante l’Occupazione, Céline, pur scrivendo diversi articoli per le riviste collaborazioniste, non sarà certamente una delle figure centrali della Collaboration, mentre, paradossalmente, come ricorda Céline nell’Agité du bocal, il “Resistente” Sartre metterà in scena il suo dramma teatrale Les Mouches, allegoria dell’Occupazione nazista… nel giugno 1943, in piena Occupazione, al Théâtre de la Cité!
Come al solito, idee decisamente scomode quelle di Louis-Ferdinand Destouches, idee che, lungi dal fruttargli utili, gli hanno semmai comportato quei guai che egli, come il suo alter ego Bardamu del Voyage au but de la nuit, nel corso della sua esistenza, pervicacemente, ostinatamente, ha sempre cercato, perché per Céline/Bardamu: “È forse questo che si cerca nella vita, nient’altro che questo, la più gran pena possibile per diventare se stessi prima di morire”.
Andrea Lombardi
All’agitato in provetta
A J.-B. Sartre, già diventato succubo
Non leggo più gran che, non ne ho il tempo. Troppi anni già ho perduti in sciocchezze e prigioni! Ma mi si preme, scongiura, angustia.
Devo assolutamente leggere, sembra, una specie di articolo, il Ritratto di un antisemita, di Jean-Baptiste Sartre (Temps modernes, dicembre 1945).
Scorro questo lungo compitino, ci butto un occhio, non è né buono né cattivo, niente di niente, imitazione… Una sorta di “Allamanieradì”…
Questo piccolo J.-B. S. ha letto l’Etourdi, l’Amateur de Tulipes, etc.
Ne è rimasto intrappolato, evidentemente, non ne riesce più ad uscire… Sempre al liceo, questo J.-B. S.! ancora ai pastiches, agli “Allamanieradì”
Alla maniera di Céline, anche… e anche d’altri… “Putains”, etc… “Têtes de rechange”… “Maia”…
Niente di grave, sicuro. Ma ne trascino dietro al culo numerosi, di questi piccoli “Allamieradì”…
Che ci posso fare!? … me ne fanno un punto d’onore, non ne parlo mai, e finisce lì. Progenitura dell’ombra.
Decenza! Oh! Non voglio alcun male al piccolo J.-B. S.!
Che osa scrivere? “Se Céline ha potuto sostenere le tesi socialiste dei nazisti, è perché era pagato”. Testuale. Olà! Ecco allora quello che scriveva questo stercorario mentre ero in prigione, ad un passo dalla forca. Maledetta piccola lordura piena di merda, tu mi esci dalle chiappe per sporcarmi tutt’intorno! Ano Caino pfui. Che cosa vuoi!? Che mi si assassini! È chiaro! Qui! Che ti faccio a pezzi! Si!… Lo vedo in foto, questi grossi occhi… questo uncino… quella ventosa bavosa… è un cestode! Che s’inventerà, il mostro, perché mi si assassini! A stento uscito dalla mia cacca, ed eccolo che mi denuncia!
Ancor meglio è quando a pagina 452 ha il fiele di annunciarci: “Un uomo che trova naturale denunciare altri uomini non può avere la nostra concezione dell’onore, anche nei confronti di chi è benefattore, egli non li vede con i nostri occhi, la sua generosità, la sua dolcezza, non sono assimilabili alla nostra dolcezza, alla nostra generosità; non si può circoscrivere la passione”.
Nel mio culo dove si trova, non si può pretendere da J.-B. S. di vederci bene, né di spiegarsi chiaramente, sembra tuttavia che il J.-B. S. avesse previsto la solitudine e l’oscurità del mio ano…
J.-B. S. evidentemente parla di se stesso quando scrive a pagina 451: “Questo uomo teme tutte le specie di solitudine, quella del genio come quella dell’assassino”. Cerchiamo di capire…
Facendo fede ai rotocalchi, il J.-B. S. non si vede ormai più che nei panni del genio. Ma secondo me e visti i suoi stessi scritti, io sono costretto a vedere J.-B. S. solo nei panni dell’assassino, o meglio ancora di un marcio delatore, maledetto, laido, merdoso servente, mulo occhialuto.
Ecco, mi sto agitando troppo! Non me lo posso più permettere, l’età, la salute… La chiuderei qui… disgustato, ecco… Ma ripensandoci… Assassino e geniale!? Può anche succedere… Dopo tutto… Ma sarà il caso di Sartre? Assassino lo è, o lo vorrebbe essere, questo è inteso, ma geniale? Questo piccolo stronzo attaccato al mio culo, geniale? Hum?… si vedrà… si, certamente, può ancora fiorire… manifestarsi… ma J.-B. S.!? Questi occhi da embrione? queste spalle da mezza sega!?… questo panzone finto magro!? Tenia sicuramente, una tenia d’uomo, attaccata dove sapete… e filosofo, per giunta… fa un pò di tutto… Sembra che, in bicicletta, abbia anche liberato Parigi.
Ha giocato tanto… a Teatro, in città, con gli orrori dell’epoca, la guerra, le torture, i ceppi, il fuoco. Ma i tempi cambiano, ed eccolo qui che cresce, si gonfia smisuratamente, il nostro J.-B. S.! Non si tiene più… non si riconosce più… da embrione qual è cerca di passare a creatura… il ciclo… ne ha abbastanza di giochetti, di piccoli imbrogli… adesso si cimenta con le difficoltà della vita, le vere difficoltà… la prigione, l’espiazione, il bastone, e il più grosso di tutti i bastoni: il palo della fucilazione.
Il Destino ha prescelto J.-B. S… le Furie! finite le bagatelle… vuole essere mostro a tutti gli effetti! Subito copre d’insulti De Gaulle!
Che modi! Vuole commettere l’irreparabile! Ci tiene! Le streghe lo faranno impazzire, adesso che le ha stuzzicate, non lo lasceranno più…
Tenia degli stronzi, embrione di girino, t’ingozzerai di Mandragola! Diventerai un succubo!
La malattia di essere maledetto galoppa in Sartre… Malattia vecchia, vecchia come il mondo, della quale è marcia tutta la letteratura…
Fermatevi, J.-B. S., prima di commettere le gaffe supreme!… Pensate!
Riflettete che l’orrore è niente senza il Sogno e senza la Musica… Vi vedo bene tenia, certo, ma non cobra, per niente come cobra… un inetto con il flauto! Il Macbeth non è che un Grand-Guignol, e dei peggiori, senza musica, senza sogno…
Siete cattivo, sporco, ingrato, odioso, asino, e non è tutto, J.-B. S.! Non è ancora sufficiente… Un altro ballo ancora!…
Sarei proprio felice di sbagliarmi… non chiedo mica di meglio…
Vi applaudirò quando sarete infine divenuto un vero mostro, che abbiate pagato alle streghe il dovuto, il loro prezzo, perché esse vi tramutino in un vero fenomeno. In una tenia che suoni il flauto.
Mi avete pregato e fatto pregare a sufficienza da Dullin, da Denoël, supplicato, “sotto lo stivale nazista”, di venire ad applaudirvi! Non vi trovavo né danzante né flautante, difetti per me terribili, lo confesso… Ma lasciamoci tutto questo alle spalle!
Non pensiamo che al futuro! Sperate che i vostri demoni vi inculchino il flauto! Flauto prima di tutto! Riprendete in mano Shakespeare, liceale! ¾ di flauto, ¼ di sangue.. ¼ basta e avanza… ma del vostro sangue, mi raccomando! Prima di tutti gli altri sangui. L’Alchimia ha le sue leggi… il “sangue degli altri” non piace nulla alle Muse… Riflettiamo… Voi avete avuto comunque il vostro piccolo successo al “Sarah”, sotto lo stivale, con le vostre Mouches…
Perché allora adesso non improvvisare tre piccoli atti, alla svelta, sul tamburo, sull’unghia, Les Mouchards, i Delatori? Una rivistina retrospettiva… Dove vi si vedrà di persona, con i vostri compagnucci, mentre siete impegnati nell’inviare i vostri detestati colleghi, detti “Collaboratori”, al bagno penale, alla fucilazione, in esilio…
Sarà questo abbastanza buffo?
Voi stesso, chiaramente, grazie alla vostra sceneggiatura, avrete il ruolo protagonista… di tenia sghignazzante e filosofa…
È facile immaginarsi cento colpi di scena, peripezie e trovate delle più farsesche in una pantomima del genere… e come scena finale uno di quei “Massacri Generali” che farà morire di folli risate tutta l’Europa! (Era l’ora!) La più allegra del decennio!
Che si pisceranno addosso e gozzoviglieranno ancora alla 500ª replica! e ben al di là! (l’Aldilà! Hi! Hi!) L’uccisione dei “firmatari”, gli uni uccisi dagli altri!… lei stesso per mano di Cassou… costui per mano di Eluard! L’altro da sua moglie e Mauriac! E così via sino all’ultimo!… Vi rendete conto! L’Ecatombe dell’Apoteosi! Senza dimenticarsi della carne, beninteso!… Grande sfilata di bellezze superbe, nude, assolutamente ancheggianti… orchestra del Grand Tabarin… Jazz dei “Costruttori del Muro”… “Atlantist Boys”… pienone assicurato… e grande ammucchiata di fantasmi in sovrimpressione luminosa… 200.000 assassinati, forzati, colerici, indegni… e rapate! alla farandola! del parterre del Cielo!
Coro dei “Boia di Norimberga”… e voi che concepite il plus d’esistenzialista, istantaneista, massacrista… Atmosfera di rantoli d’agonia, rumorii di coliche, singhiozzi, ferraglie… “Aiuto!”…
Colonna sonora: “Macchine da Urrà!”… Ve lo immaginate!? E poi per clou, nell’intervallo: Asta di manette! e Buvette di sangue. Il Bar Futurista assoluto. Niente altro che sangue vero! Alla spina, fresco, con certificazione di qualità… di giornata! sangue d’aorta, sangue di feto, sangue d’imene, sangue di fucilati!… Tutti i gusti! Ah! che avvenire J.-B. S.! Che meraviglie farete quando vi sarete finalmente tramutato in Vero Mostro!
Vi vedo già fuori dal vostro bozzolo di sterco, già quasi in grado di suonare un piccolo vero flauto! da cadere in estasi!… già quasi un piccolo artista vero!
Sacrosanto J.-B. S.
Traduzione di Andrea Lombardi, da L.-F. Céline, Contro Sartre, Genova 2005.