Il poeta livornese Giorgio Caproni, autore di capolavori come “Il franco cacciatore”, per sessant’anni, dal 1930 al 19 gennaio 1990, tre giorni prima della morte, ha appuntato su quaderni e diari i suoi pensieri, le sue emozioni e i ricordi. Di queste pagine, finora inedite, L’Unità pubblica oggi dei brani, e una poesia inedita del 1953: “Ah, giovinezza”, dedicata a Rina. Il grande poeta rivive inoltre nel ricordo del figlio Attilio, che lo ricorda come un simpatico anarchico, che ha sempre creduto nella libertà, ed è proprio per questo, dice, che “i suoi versi resistono al tempo che passa”.
(Francesca De Sanctis, L’Unità, p. 38-39, 10-1-2012)