Un maniero crollato e quasi abbandonato maniero come simbolo di un ordine sociale in difficoltà: gli inglesi possono aver anche inventato questa nozione, ma i loro ex sudditi delle colonie in India si sono dimostrati abili a impiegarla come espediente letterario. Nei tre racconti che compongono “The Artist of Disappearance” Anita Desai la usa due volte, in diverse circostanze e luoghi, ma nello stesso modo convincente e lamentoso. I temi principali nel suo nuovo libro sono il decadimento e la delusione e il rimpianto, dunque la scelta appare appropriata. Dalla pubblicazione del suo primo romanzo quasi 50 anni fa, Desai ha spesso offerto ritratti di un certo tipo di borghesia anglicizzata o di proprietari terrieri che lottano contro le illusioni alla ricerca di un significato e un senso della vita. E “The Artist of Disappearance” si inserisce perfettamente in questo tipo di tematiche.
(Larry Rohter, The New York Times, 12 gennaio 2012)