L’era digitale, dopo aver abbattuto ogni confine di spazio e tempo, attacca progressivamente il concetto di proprietà. Ciò che finisce in Rete diventa immediatamente qualcosa a cui tutti sembrano avere in diritto di accedere, anche con intenzioni non ragguardevoli. La moderna pratica del “copyleft”, presuppone il copyright: consente l’accesso regolamentato a determinati contenuti, ma non a scopo di lucro. Tra i suoi sostenitori i Wu Ming, che sostengono che la disponibilità in Rete dei loro romanzi ha addirittura favorito in libreria le vendite dei medesimi titoli. Il problema, si chiede Ernesto Ferrero, non saremo allora noi lettori? Non la libera circolazione delle idee e delle opere, ma l’uso che ne sappiamo fare.
(Ernesto Ferrero, La Lettura, Corriere della Sera, p. 2, 15-1-2012)