Se ne è andato, a 85 anni, ieri, nella sua casa di Castiglione della Pescaia, uno degli ultimi grandi protagonisti della stagione letteraria del Secondo Novecento italiano, lo scrittore Carlo Fruttero che con Franco Lucentini ha dato vita ad una singolare e, forse unica, per qualità e durata, avventura artistica che ha concepito la scrittura come una forma di sodalizio, attraverso la scrittura in coppia, una firma quella che vede uniti Fruttero e Lucentini che è diventata popolarissima, grazie anche al grande successo di uno dei best-seller degli anni Settanta, “La donna della domenica”. Lo scrittore Andrea Pinketts ha scritto che “con “La donna della domenica”, Fruttero e Lucentini hanno segnato il passaggio del giallo italiano dal ghetto della sottocultura ai piani alti della letteratura”. Del resto il romanzo è molto di più d’un semplice giallo. Usa la struttura investigativa per costruire un romanzo condotto con grande maestria e scritto con un linguaggio semplice ma assolutamente incisivo, che diventerà la cifra stilistica della coppia di autori, un romanzo incentrato sulla realtà di una Torino alla quale viene sottratta la sua dimensione di città di provincia, per definirne in un gioco tra ironia e leggerezza, una dimensione molto più simbolica. Al suo apparire la critica fu abbastanza spietata nei suoi giudizi, ma il tempo e i lettori ne hanno decretato il valore, tanto da essere ripubblicato trent’anni dopo la sua prima apparizione, nel 2002 da un editore raffinato e selettivo qual è Adelphi. Con questi due libri Fruttero e Lucentini diventano una coppia inossidabile, sia come romanzieri, sia come giornalisti, che raccontano in modo non usuale e a volte paradossale la realtà italiana.
(Fulvio Panzeri – La Provincia di Como, Lecco, Sondrio e Varese – Pag. 29 – 16-1- 2012)