Un libro tutto di storie prese dalla realtà, “Venivamo tutte per mare” (ed. Bollati Boringhieri) di Julie Otsuka, scritto scegliendo l’inusuale seconda persona plurale, noi.
Siamo nel 1919 e, su navi affollate, le “spose per fotografia” come erano chiamate le giovani donne giapponesi in viaggio verso l’America, immaginano insieme il futuro in terra straniera. Con questo libro la Otsuka ha vinto l’Asian American Literary Award e l’American Library Association Alex Award.
(Ansa.it, 16-1-2012)