Marzio Breda spiega Fernando Pessoa in occasione dell’uscita con il Corsera di “Nei giorni di luce perfetta” e partendo da “Il libro dell’inquietudine”, in cui si capiscono i meccanismi con cui si accendeva e prendeva energia la sensibilità quasi sciamanica di Fernando Pessoa (Lisbona 1888-1935) e ci permette di intuire come funzionava l’inafferrabile enigma della spersonalizzazione e della compresenza.
Una folla di alter ego del poeta (tra eteronimi e semieteronimi ne sono stati censiti una cinquantina, ma per alcuni sarebbero addirittura più di settanta), affiorati da un continuo gioco di autofecondazioni, reincarnazioni, dissociazioni.
(Marzio Breda, pag. 40, Corriere della Sera, 17-1-12)