“In Russia il comunismo ha peccato di ingenuità: non si può togliere Dio a un popolo che legge Dostoevskij. Sarebbe come illudersi di poter togliere Dio a un popolo che legge Dante”. Parola di Tat’jana Kasatkina, che all’Accademia delle scienze di Mosca presiede appunto la commissione per lo studio dell’autore di “Delitto e castigo”. Filologa e critica letteraria, da qualche anno è di casa nel nostro Paese, come testimoniano le conversazioni raccolte in “Dal paradiso all’inferno” (ed. Itaca Libri, a cura di Elena Mazzola, pp. 224, euro 14), tutte incentrate sull’indagine dei “confini dell’umano in Dostoevskij”.
Dostoevskij è lo scrittore russo della sua epoca più vicino ai lettori di oggi, giovani compresi: “Sii, dice a ciascuno di noi, diventa te stesso”. Una sfida che implica il rischio, l’avventura, un totale abbandono all’inatteso.
(Alessandra Zaccuri, Avvenire.it, 17-1-2012)