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Céline, clandestino in Italia e in Francia.

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Riccardo De Benedetti in “Céline e il caso delle “Bagatelle”” (Medusa) torna a chiedersi se sia giusto che a distanza di decenni il libello virulento di Céline continui a sopravvivere in clandestinità e ne invoca la ristampa. Il volume è un utile dossier sia sul caso editoriale che sulla controversa ricezione delle “Bagatelle”, e opera anche un confronto fra la versione di Pontiggia e quella uscita precedentemente nel 1938 per i tipi di Corbaccio, versione epurata del lessico blasfemo e dei riferimenti a papa Pio XI come a Mussolini o Hitler. Nel filone di studi su Céline si inserisce anche “Céline. Letteratura, politica e antisemitismo” ( UTET) di Francesco Germinaro, che valorizza i tratti militanti e ne sottolinea la contiguità all’ideologia nazista. Patrizio Paolinelli in “Nello specchio della modernità. Fotoritratti di Louis-Ferdinand Céline” (Bonanno 2010) dedica invece uno studio singolare alle perpetue dinamiche intercorse fra il dottor Destouches e il suo pseudonimo letterario, svelando come in un percorso di continue combinazioni l’immagine dell’ousider (il razzista, la canaglia) si lega di continuo a quella dell’insider (l’uomo di mondo, lo scrittore acclamato, il sublime musicista).
(Massimo Raffaeli, Alfalibri, p. 5, 17.1.2012)
 

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