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Quando la seta valeva oro.

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Incanto e meraviglia. Il primo impatto è di appagamento dell’occhio, un’attrattiva che precede ogni speculazione storica,filosofica, teologica. Le “Madonne vestite” in mostra fino al 26 febbraio a Sondrio, nel Museo valtellinese di Storia dell’arte e la galleria
del Credito Valtellinese, rivelano meraviglie di un mondo scomparso, vibrante di sentimenti, di religiosità intensa, ancora capace di accendere irresistibili curiosità.
E sembra proprio l’appassionata curiosità il collante di un’avventura che ha messo in pista studiosi delle più diverse discipline nel dar vita all’esposizione intitolata “In confidenza col sacro. Statue vestite al centro delle Alpi” a partire dalla ricercatrice Francesca
Bormetti sollecitata dal ritrovamento di una sorta di manichino con le braccia snodate e una specie di sottoveste cucita addosso, alla direttrice Angela Dell’Oca del Museo che ha promosso la mostra insieme al comune di Sondrio e alla Fondazione-Centro Studi Nicolò Rusca e al Gruppo Credito Valtellinese. Ogni particolare di queste Madonne straordinariamente agghindate, eleganti e raffinate in abiti dall’inestimabile pregio, confluisce in un’unica e regale armonia, ma può diventare al tempo stesso un indizio, un primo passo per inoltrarsi in una storia – che risale al XVI secolo e ancora rintraccia segni importanti – realmente condivisa, popolare, intrisa di religiosità e passioni, di povertà e di privilegi, di umiltà e sfarzo. Guida al nostro viaggio fra le statue della Madre di Dio vestita per le grandi occasioni, portata in processione avvolta in sete e adorna di monili, è Gianluca Bovenzi studioso di storia dell’arte specializzato nello studio dei tessuti che ha curato la schedatura degli abiti.
(Laura d’Incalci – La Provincia di Como, Lecco, Sondrio e Varese – Pag. 47 – 18/1/2012)

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