“Immagina un Paese dove tutto è nelle mani di pochi e molti si sono fatti bastare per tempo il loro niente, dove gli editori indipendenti se fanno male chiudono, se fanno bene si ritrovano acquistati dai grandi gruppi, dove sempre meno gente legge e gli unici libri di successo sono quelli pensati per il pubblico dei non lettori”.
Così Francesco Prisco nel suo “Bomba carta. Processo al Sistema delle concentrazioni editoriali” (ed. Guida, pp.331, euro 19) intraprende le mosse di un noir sui generis, una riflessione attorno ai confini e alle deviazioni delle concentrazioni di potere oggi. Uno scenario in cui la grande maggioranza del mercato editoriale è rigidamente controllata da un ristretto gruppo di “famiglie”. Una struttura abitata da scrittori in ombra, segretari del potere, cortigiani, avrebbe detto qualche critico dei tempi andati, che con precisione chirurgica e forza caustica stroncano e glorificano persone e loro operati.
In mezzo a tutto ciò emerge un’organizzazione sovversiva che fa sparire giornalisti e critici, in generale uomini che rivestono ingranaggi nel sistema ben oleato delle concentrazioni editoriali.
Un personaggio, Schiattiglie, afferma “Editoria libera?Da quello che mi risulta quasi il 100% degli affari del libro è nelle mani dei soliti sei grandi gruppi. Sono loro a fare il bello e cattivo tempo sul mercato, a creare stili e tendenze”.
(Alen Custovic, Il Sole24Ore.it, 19-1-2012)