Larsson, che è un filologo, un velista appassionato e insegna letteratura francese all’Università di Lund, da noi è famoso soprattutto perché ha scritto La vera storia del pirata Long John Silver, senza dubbio un romanzo bello e appassionante. Adesso è arrabbiato, ma con ironia. Il suo Paese, o meglio, gli scrittori del suo Paese, la Svezia, sono improvvisamente balzati alla ribalta (dopo che da anni la casa editrice Iperborea traduceva ottimi romanzi scandinavi senza scatenare fuochi d’artificio nelle classifiche dei best-seller) per colpa, o per merito, della trilogia di Stieg Larsson e in particolare di “Uomini che odiano le donne”. Dal boom di quel thriller le lande ghiacciate della Svezia si sono colorate di sangue. E a scrivere gialli ci si sono messi un po’ tutti. Il buon Björn compreso (non si offenda se lo chiamo per nome, ma sui cognomi scandinavi si rischia di far confusione). Lui però lo fa perché, come uno dei protagonisti del suo libro, si è probabilmente stufato di sentirsi chiedere all’estero: ma che cosa è successo in Svezia? Come per dire: ma siete impazziti tutti quanti? Da buoni e democratici siete diventati feroci e misogini?
(La Provincia di Como, Lecco, Sondrio e Varese – Pag. 48 – 21/01/2012)