“Deux heures moins dix” (Noir sur blanc) di Mikahil Chichkine comincia come una storia banale, già raccontata diverse volte: separati dalla guerra, due innamorati si scrivono delle lettere. Lui, Volodia, è al fronte; lei, Sacha, vive da qualche parte in Russia. Lui le racconta della guerra, dei cadaveri sui campi di battaglia e della paura di morire. Lei gli racconta della sua vita quotidiana, del suo triste matrimonio e della perdita di un figlio. Ben presto, però, questa corrispondenza diventa tutt’altro che banale, poiché Chichkine, autore che in Russia ha vinto diversi premi letterari, gioca con i piani temporali e semina il dubbio, in un intreccio dalla prosa classica che sconvolge le regole del romanzo epistolare.
(Stéphanie Dupays, Le Monde, 21-01-2012)