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Rushdie: falso allarme in India contro di me.

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Minacce montate dalla polizia indiana per impedirgli di partecipare a un Festival letterario: in un paio di post lanciati ieri su Twitter, lo scrittore inglese d’origine indiana Salman Rushdie si è detto «indignato e molto arrabbiato» dopo aver scoperto che le minacce di un attentato alla sua vita da parte di «musulmani radicali» sarebbero in realtà false e frutto di un «complotto», secondo quanto pubblicato da un giornale indiano. «Ufficiali della locale intelligence in Rajasthan hanno inventato la notizia di un attentato all’eminente autore Salman Rushdie per impedirgli di partecipare al Festival della letteratura di Jaipur» sostiene il quotidiano «The Hindu». Nei giorni scorsi, dopo l’allarme, l’autore dei “Versi satanici” (colpito nel 1989 dalla fatwa di Khomeini) aveva rinunciato a partecipare al festival nel capoluogo del Rajasthan. Una presenza «scomoda», che aveva suscitato le polemiche della scuola coranica indiana Darul Uloom Deoband, la quale invitava l’India a non autorizzare l’autore a recarsi nel Paese (mentre vari autori presenti al Festival, come Hari Kunzru e Amitava Kumar, avevano manifestato in favore di Rushdie con reading di brani dei “Versi”). Ieri il primo post di Rusdhie: «Ho fatto la mia indagine e credo in effetti che mi abbiano ingannato. Sono indignato e molto arrabbiato». E a distanza di poche ore un nuovo post, con il link al quotidiano che ha pubblicato le indiscrezioni e il seguente commento: «Ecco la storia. Sbalorditiva».
(Ida Bozzi, pag. 25, Corriere della Sera, 23-1-12)

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