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Il seme dell’autodistruzione.

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Eleanor Bulkington, la narratrice di “The Night Swimmer”, il romanzo neo-gotico di Matt Bondurant, lascia raramente casa senza portarsi dietro una copia rilegata dei “Journals” di John Cheever, infilandola nel proprio zaino e tenendola come una specie di promemoria. Introdotta ai racconti di Cheever mentre frequentava ancora la scuola di specializzazione, Eleanor ha imparato dallo scrittore americano quanto sia difficile rimanere morale in un mondo immorale. Imparerà anche quanto sia facile, per le persone che lottano per ricominciare, dimenticare le forze che li bloccano e quante volte l’”autodistruzione si insinui nel cuore, sembrando non più grande di un granello di sabbia.” L’omaggio di Bondurant a Cheever è incorporato, e, a volte, sommerso, in una trama complicata che porterà i personaggi sulle coste di un’Irlanda decadente e poetica. E “The Night Swimmer” è una sorta di poesia a tema, spesso lirica, spesso evocativa, e rivelatrice della fragilità umana – la stessa fragilità cantata dal nume tutelare Cheever.
(Glenn C. Altschuler, The San Francisco chronicle, 25 gennaio 2012)

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