Pochi decenni dopo la morte dei due più grandi scrittori del periodo elisabettiano e giacobino, il poeta e critico John Dryden espresse i suoi sentimenti riguardo entrambi. “Lo ammiro”, scrisse di Ben Jonson, “ma amo Shakespeare.” Dryden colse quello che sarebbe stato il giudizio dei posteri. Jonson era la figura più celebre e multiforme durante il tempo in cui visse e negli anni immediatamente dopo la morte nel 1637, ma le sue opere sono oggi rappresentate abbastanza raramente – solo “Volpone” e “L’Alchimista” restano popolari – e la sua poesia viene letta più raramente ancora. Shakespeare è emerso nei secoli come il più grande genio dell’epoca, l’autore di commedie immortali e di sonetti che sono quasi altrettanto celebri. “Ben Jonson. A life” di Ian Donaldson (Illustrato. 533 pp Oxford University Press. $ 39.95) ci svela i segreti dell’ uomo che era più famoso di Shakespeare.
(Charles Isherwood, The New York Times, 25 gennaio 2012)