“In America tutti hanno bisogno di una doppia etichetta: io sono un gay iralndese”. Di Colm Toibin si potrebbe dire che è un Almodovar dublinese: le sue storie raccontano di adulti resi solitari e fuggiaschi dalla loro sessualità, o dai loro sentimenti. In Italia è appena uscita la raccolta di racconti “La famiglia vuota” (ed. Bompiani, pp. 283, euro 18), il ritratto composito e corale della quotidianità di uomini e donne di oggi che vivono lasciando indietro persone, volti, momenti, pezzi di vita che, improvvisamente, ritornano come punture di un ago invisibile a risvegliare la nostalgia, la rabbia, il dolore, l’amore. Nei racconti che compongono questo libro il passato non è mai passato, ma riprende sempre vita, supera i personaggi in avanti e chiede loro di avanzare ancora qualche passo.
(Ferdinando Cotugno, Vanity Fair, pag. 160, 1-2-2012)