Con la sua prima raccolta “Arcadia” nel 1979, Christopher Reid ha elaborato una nuova visione per la poesia inglese. La poesia del titolo evocava un paesaggio da sogno, un luogo dove “i camini pensano fumo. Gli angoli obliqui da cui le cose sono osservate e le immagini disorientanti sono tratti tipici della sua poesia, eseguiti con un’abilità e una sicurezza di tono che ispirano immediatamente fiducia nel lettore: questo è un poeta che sa esattamente quello che sta facendo e dove vuole portarti”. In “Selected Poems” troviamo tutte le sue metafore brillanti e le due visioni, che portano le sue poesie in direzioni inaspettate. Questa inventiva immaginifica lo fece definire il progenitore di una nuova scuola di poesia, la cosiddetta “martian school” (il nome, coniato da James Fenton, era preso dal titolo di una poesia di un amico di Reid, e talvolta suo editore, Craig Raine, “A Martian Sends a Postcard Home”). In verità, naturalmente, non c’è mai stata alcuna scuola tale – la frase era solo una scorciatoia giornalistica per una modalità particolare di scrivere poesia. Reid ha poi preso altre strade, di cui questa raccolta è un’ottima testimonianza.
(Adam Newey, The Guardian, 27 gennaio 2012)