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La sfida? Cambiare la testa agli editori.

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“Il dispositivo conta”. Lo dice Peter Meyers, pioniere dell’editoria di manuali multimediali, fondatore di Digital Learning Interactive. A cambiare non è solo l’esperienza di lettura, ma anche il senso del libro: immagini, suoni e video si impastano insieme. “Il digitale ha contaminato  specifici generi, come i libri per bambini, le ricette di cucina, la manualistica, i testi di storia”. E infatti, le sperimentazioni più interessanti si concentrano proprio sui contenuti che si prestano a declinazioni interattive e multimediali. “Una ricetta che viene dettata attraverso un’applicazione all’interno di smartphone e magari si governa attraverso la voce, -continua Meyer- è certamente più comoda del classico librone aperto vicino ai fornelli”. Negli Usa, c’è addirittura chi ritiene morto il supporto cartaceo. “Ma pensare che la maggioranza dei libri del futuro sarà rappresentata da applicazioni è un errore. Sul mercato dei tablet si affermeranno solo quei testi e quelle storie che richiedono interattività. Proprio per questo conta il supporto”, continua. La sfida è far cambiare la testa agli autori: “il rilascio di ePub3,lo standard aperto per l’ebook, è una sorta di scatola per nuove forme di creatività. Autori ed editori devono imparare ad usarla. Parte tutto, come sempre da lì, dai contenuti.”
(Luca Tremolada, Il Sole24ore, 30-01-2012)
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