“Grosse”, primo romanzo di Isabelle Rivoal, poteva forse ricordare una favola poetica in stile Marcel Aymé ma finisce, purtroppo, per evocare le grasse dame di Dubout. Adèle, la protagonista di “Grosse”, non è semplicemente grassa: è un “fiume di carne in piena”, una massa informe, che annega i ricordi di una sinistra giovinezza nell’obesità. Sebbene le prime pagine del romanzo siano affascinanti e commoventi, la storia diventa presto grottesca: per la toilette di Adèle sono necessarie cinque aiutanti, i soffitti dei vicini di casa si crepano, si dovrà abbattere la facciata della casa di Adèle per tirarla fuori e così via. Un vero peccato.
(Jerôme Dupuis, L’Express, 30-01-2012)