All’indomani dell’ottantesimo compleanno e della pubblicazione di una nuova edizione de “Il nome della rosa”, Umberto Eco si racconta in un’intervista al Corriere della Sera. Dalle revisioni volte ad alleggerire alcune espressioni e a togliere le ripetizioni, al giudizio sulla critica militante, “troppo metereopatica”, a differenza di quella accademica che supera l’occasionalità, alla riflessione sul destino del postmoderno.
(Paolo Di Stefano, Corriere della Sera, p. 36, 31.1.2012)