Innanzitutto spero che questo libro stia nelle mani di quei ragazzi, maschi o femmine che siano, che si affacciano al mondo con ottimismo, quel tipo di ragazzi che crescendo leggeranno ancora, e torneranno sui libri per sognare e spaventarsi, per divertirsi e rallegrarsi e che avranno voglia di tenere con sé tutti i viaggi e i sogni fatti. Per quelli da fare sapranno ne sono certo, appuntarsi con cura sia le cose migliori sia i più disastrosi avvenimenti, sapranno cioè come nei libri cogliere le pagine migliori ed infilare, come scrisse un giorno il mio maestro Ray Bradbury, “tra le spalle gentili di Verne e le costole appuntite” di qualsiasi autore che vorranno, un libro come questo, pieno di note ai margini e disegni e meravigliose storie.
L’Atlante dei viaggi straordinari e degli inconsueti mezzi di trasporto per compierli, curato e tradotto da Anselmo Roveda ed illustrato magistralmente da Marco Paci, edito da EDT Giralangolo, ci porta in quel mondo avventuroso e profondamente umano di Jules Verne, cavaliere della legione d’onore e mirabile scrittore. Come puntualmente scritto da Roveda, le immagini di Marco Pasci “varranno come una sorta di mazzo di biglietti di viaggio”, carte d’imbarco per questi scritti di Jules Verne che stanno lì come il fuoco ed il vento ad alimentare i nostri sogni ed a spingerci nella nostra immaginazione affinché non ci colga mai la paura per il futuro, per le cose da fare o gli altri mondi da scoprire.
“Il ragazzo coraggioso, a volte gettato sul collo dell’elefante, a volte ributtato sul sedere, faceva acrobazie come un pagliaccio sul trampolino. Ma scherzava e rideva in mezzo ai suoi funambolici salti , E di tanto in tanto tirava fuori dalla sacca un pezzo di zucchero che l’intelligente elefante Kiouni prendeva con l’estremità della proboscide, senza interrompere neppure per un momento il suo trotto regolare”.
(Il giro del mondo in ottanta giorni, 1873; Cap. XII)
Edoardo M. Rizzoli