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Abraham Cahan, Yekl

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Dal mio passato di lettrice curiosa di storia delle civiltà, dei miti e dell’arte antichi, di fronte a questo piccolo libro edito da Mattioli 1885, ripesco la teoria che ogni balzo in avanti di un popolo è prodotto dall’arrivo, dalla sovrapposizione anche cruenta di un invasore  sempre spinto da carestie, guerre, epidemie costretto a trovarsi un nuovo suolo  dove riaffermare la propria identità arricchita da quanto ha trovato lungo il suo cammino di transfuga. Dalla sovrapposizione, di  differenti usi, idiomi, costumi, riti religiosi, dalla mescolanza nasce una nuova e più vitale cultura.

Scorrendo le pagine di Abraham Cahan che racconta un frammento di storia del ghetto di New York, prendendo a pretesto l’insignificante ma tumultuosa vita di Yekl, in America Jake, colpisce il magma ininterrotto di cittadini ebrei provenienti da tutta Europa, sfuggiti a Progom, persecuzioni, editti e leve obbligatorie, costretti a vivere in zone di confine, privi di identità territoriali, che nella nuova terra promessa riescono a ricreare una nuova e forte coscienza ebraica. Forse, come dice Cahan, qui il ricco diventa povero e il povero ricco, chi aveva cultura si smarrisce e l’ignorante acquista un nuovo sapere, qui tutti i giochi sono aperti e tutto può succedere. Così Yekl, Jake si smarrisce rinunciando alla moglie Gitl e il figlio, con loro perde l’esile legame con il passato, con il villaggio  mentre la rozza Gitl, restando nel solco della sua tradizione sa che avrà un futuro che non contrasta con la sua storia di piccola ebrea polacca che si sta trasformando in giovane e consapevole cittadina americana.

Così dal ghetto di N.Y. elaborando un nuovo linguaggio attraverso l’yddish e la babele delle lingue d’origine, restando sempre fedeli alla fatalità ebraica delle origini, al talmudico senso di appartenenza a una sola e antica cultura, fatta di preghiere, divieti, canti, ricordanze sono nati Philip Roth, Saul Bellow, Bernard Talamud nel campo letterario, così cittadini ebrei figli di esuli e perseguitati sono diventati grandi musicisti, direttori d’orchestra, scultori, pittori, attori, registi, designer, stilisti fino a determinare una nuova vitale  forza intellettuale in un’America forse troppo votata al consumismo.

[Abraham Cahan, Mattioli1885, 2019, pp. 153, euro 10]

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