D a tempo diceva di essere stanco, sfinito, ma sembrava più il vezzo di un vecchio Gianburrasca che a 85 anni (era nato il 19 settembre 1926) riusciva ancora a stupire con il suo spirito e il suo acume. Certo, i problemi cardiaci di cui soffriva, la morte della moglie nel 2007, cinque anni dopo il suicidio del compagno di scrittura e amico di una vita, Franco Lucentini, volato dal quarto piano del suo appartamento torinese, troppo stanco di una malattia che lo costringeva all’immobilità, lo avevano provato molto. Carlo Fruttero se n’è andato ieri nella sua casa di Roccamare, a Castiglione della Pescaia, dove da qualche anno si era ritirato accudito dalla figlia Carlotta e dalla sua famiglia (l’altra figlia, Federica, vive a Parigi). Con loro aveva anche giocato a scrivere il suo necrologio («meglio tenersi sullo stringato, costa meno»), come aveva raccontato nella lista compilata per “Vieni via con me“, il programma di Fazio e Saviano: «Passati gli ottant’anni nessuno osa più scrivere di te “il vecchio Fruttero”, ancora meno “l’anziano Fruttero”. Così si passa a un sinonimo lusinghiero “il grandissimo Fruttero”, che qui saluta e lascia la scena col suo più bel sorriso».
(Cristina Taglietti, pag. 32, Corriere della Sera, 16-1-12)