All’età di 87 anni è morto a Toronto in Canada il noto scrittore dissidente ceco Josef Skvorecky, diventato famoso soprattutto con il suo romanzo “I Codardi” (Zbabelci) scritto dopo il putsch comunista nell’ex Cecoslovacchia negli anni Cinquanta.
Lo scrittore è uno dei simboli della Primavera di Praga del 1968, anno in cui fu costretto a rifugiarsi nel Canada, dove ha fondato insieme alla moglie Zdena Salivarova la casa editrice “68” (Sixty-Eight Publishers), con cui furono pubblicati oltre duecento libri vietati nell’ex Cecoslovacchia, oltre alle opere del drammaturgo Vaclav Havel e ai romanzi dello scrittore cecoslovacco Milan Kundera. “I codardi” descrive lo scontro dei giovani contro la società borghese, all’inizio degli anni ’60. Al centro dell’attenzione di Josef Skvorecky vi è anche la cosiddetta questione ebraica, che l’ha portato a descrivere i momenti crudeli che precedono la partenza degli ebrei verso i campi di concentramento e anche i momenti difficili dopo l’arrivo della libertà. È autore anche di sceneggiature e dell’autobiografia “Il racconto del sassofonista tenore cui non ha mai arriso il successo”, 1994. Tra gli ultimi romanzi, “Due omicidi nella mia vita doppia”.
(Il Tempo.it, 4-1-2012)
