Franco Della Peruta, legato al Ticino per il suo interesse su Carlo Cattaneo, uno degli storici italiani più qualificati e autorevoli – scomparso a Milano la notte di venerdì scorso – aveva un duplice, particolare rapporto con il Cantone Ticino. Anzitutto, come studioso del Risorgimento e, in senso più vasto dell’intero Ottocento, di cui ci lascia una ricca serie di ricerche, dedicate a due grandi personalità, quali furono Mazzini e Cattaneo. Infatti, uno degli ultimi volumi di Della Peruta (nato nel 1924 e per anni docente all’Università Statale di Milano) si intitola “Carlo Cattaneo politico” e ripercorre – anche attraverso epistolari inediti – il singolare itinerario culturale e politico di chi non è stato solo uno dei protagonisti delle Cinque Giornate nella Milano del 1848, ma poi, dopo aver scelto il volontario esilio a Castagnola, ha approfondito (anche alla luce di quanto stava avvenendo in Ticino) i problemi riguardanti il federalismo, confluiti a arricchire la sua originale concezione democratico-repubblicana. Dall’altra parte, se si considera uno dei primi scritti di Della Peruta, dedicato a Mazzini e la Giovine Europa (e apparso oltre mezzo secolo fa negli Annali Feltrinelli del 1962), ecco emergere il ruolo svolto da Berna, dove nel 1834 un gruppo di esuli italiani, tedeschi e polacchi, daranno vita a quell’Atto di Fratellanza, che costituisce uno dei documenti più qualificanti della visione politica mazziniana, ma altresì di quanti ancora oggi sperano in un futuro di «unità e pace» per l’intero nostro Continente.
(Arturo Colombo – Corriere del Ticino – Pag. 27 – 16/01/2012)
