“Trovo i calembour di Maurizio Pansini molto arguti e divertenti e creativi. Si leggono con piacere ed allegria”
Renata Prevost (Pubblicitaria)
“Con i suoi calembour, diffusi inizialmente tramite quegli stessi social network in cui gli utenti ricorrono alle faccine per chiarire il registro dei loro messaggi e si sprecano i neologismi dalla vita breve come il verbo “piaciare”, Maurizio Pansini riprende i vecchi giochi di lingua e suoni, noti soprattutto una volta come calembour, e li rende attuali con una grafica accattivante giocata sul lettering e i colori. Si tratta di trovate curiose ma non lambiccate che stupirebbero anche un linguista, e che rispolverano la freddura dei giochi di parole come trovata umoristica leggera, senza fare esercizi di stile o slogan. Maurizio insomma propone più una forma di intrattenimento letterario o un’arguzia testuale che delle suggestioni da copy. Lo fa con una intelligenza sottile che strizza l’occhio all’enigmista e ci fa venire voglia di giocare con le parole anziché limitarci a sfruttarle, servircene, dimenticarle persino”.
Eva Clesis (Scrittrice)
“Maurizio Pansini ritrae con ironia l’universo che ci circonda: con calembour diretti, mai banali, mai scontati giocando con le parole come un Book Jockey”.
Gian Paolo Serino (Critico letterario)
“I Calembour di Maurizio Pansini sono un’ode al surrealismo. Come un funambolo, che conosce bene il significato delle parole, e la loro magia, Pansini si appropria delle tessere del mosaico del linguaggio comune e le mischia a modo suo, con capriole brillanti, tenendosi sempre in equilibrio con grande abilità sul filo del senso compiuto”.
Elisabetta Bricca (Scrittrice)
“E’ da più di cinque anni che seguo i giochi verbali, i calembour di Maurizio Pansini. Mentre tutti su facebook commentano i fatti eclatanti, promuovono i propri libri, bisticciano e flirtano, Pansini gioca con le parole, con eleganza e discrezione per un ristretto numero di amici, ben inferiore al massimo consentito dal network. Dunque, mi verrebbe da dire, parafrasandolo: A pochi intenditor, buone parole. (Non lo so, magari l’ha già scritta lui. Nel caso chiedo perdono)”.
Filippo Tuena (Scrittore)
“I pensierini di Pansini. Da prendersi prima dei pasti. O dopo. A seconda dei tasti”.
Paolo Echaunner (Pittore, fumettista, scrittore)
“ La sensazione è di rimanere sospesi. Senza fiato. In bilico tra il sorriso e la riflessione. La domanda eterea che ti frulla nella testa davanti alla comprensione o a un’ ipotesi di comprensione: possibile? Possibile che abbia voluto dire questo o quello. Il sentimento del contrario tipico dell’ ironia. Il non-sense della realtà trasfigurata in ironia. Freddure, in fondo. Come se fosse poco”.
Massimo Cacciapuoti (Scrittore)
“Lui usa le parole come freccette da lanciare contro il senso comune, solleticandolo e punzecchiandolo, sino a farlo arrossire”.
Matteo Guarnaccia (Artista e storico del costume italiano)
“Facebook, come e più della realtà, è irto di sfoggi letterari d’innumeri suoi utenti, dal lapidario all’apodittico, dal sarcastico all’aulico, dal dissacrante al moralizzante. In poche parole, noia su carta copiativa. Le invenzioni di Maurizio sono invece, appunto, invenzioni. Le innocue, impossibili invenzioni dei Courtial Des Pereires della Belle Époque, quelle che non funzionano se non nella mente del suo creatore, come la sua stessa vita. Sono poesia, giocosa e gioiosa, come lui e la sua terra. Dio o chi per esso ce lo conservi a lungo.
Andrea Lombardi (Saggista)
http://lf-celine.blogspot.com
Sono entrato in contatto con Maurizio, in gennaio, quando mi scrisse per chiedere un fascicolo arretrato della rivista “Nuovo” da ma personalmente edita e realizzata solo da pubblicitari a metà degli anni ’80. Nel corso di un breve scambio di idee, via chat, ricordo che gli scrissi: “In effetti tutto fa cultura, specialmente il passato!”.
Ho apprezzato il suo humor proprio a causa un suo calembur: <<Figlio mio il tuo futuro sarà il passato>>, disse il pomodoro. A prima lettura mi lasciò perplesso, proprio perché da pochi mesi avevo perso mia figlio (33 anni) in un banale incidente in centro città. Poi solo, grazie ai suoi amici, ho imparato a conoscerlo meglio ed apprezzarlo per i suoi valori che non conoscevo. Decisi, quindi, di ri-creare il suo futuro: quello che Raffaello da un po’ di tempo stava rincorrendo, anche girando per molti paesi del mondo, nell’ultimo fece un proprio diario – http://rufus-a-roundtheworld.blogspot.it/ – e ho aperto una pagina in Fb “Rufus Corner” appositamente per permettere a tutti coloro che lo hanno conosciuto di postare ricordi e aneddoti, per me utili a terminare il puzzle della sua vita.
Inoltre, dal diario di Rufus, un amico, dagli anni ’80, il pubblicitario Pasquale Barbella ha deciso di trarne dei video. Ecco quello del primo periodo, altro segue: http://youtu.be/KvpHz2kETss
A-round the world!
rufus-a-roundtheworld.blogspot.com
Enrico Robbiati (Editore)
“I pizzini di Pansini fanno andar via di testa i pensierini”.
Gaetano Cappelli (Scrittore)
Risi, sempre risi, fortissimamente risi.
Il calembour di Maurizio s’annuncia con un numerino rosso sul mappamondo di Facebook, in alto a destra sul desktop. E allora, piacevole intermezzo, clicchi e sorridi. Clicchi e interrompi il chiacchiericcio talvolta insopportabile del social network.
Piacevole break alla tastiera, mentre sei al lavoro, semmai in un momento di vuoto creativo. E dunque il calembour di Pansini rimette in moto buon umore e fantasia, come accadeva quando ci si imbatteva nei giochi di parole di Giampaolo Dossena o negli elzeviri di Ennio Flaiano.
Insomma, queste apparizioni di Maurizio “Sono la fine del Mondo”, come “disse la O”.
Pino Bruno (Direttore Tom’s Hardware Italia)
“Mi viene di prender spunto da Ceronetti . E così. TUTTO QUELLO CHE NON SI SCRIVE FA BENE ALLA VERA LETTERATURA”.
Marcello Baraghini (Editore)
“I calembour di Maurizio Pansini mi fanno tornare in mente un famosissimo slogan degli anni settanta delle patatine “Ancora una e poi basta”. Beh, più o meno funziona cosi con i suoi giochi di parole, ne leggi cento e ti chiedi “Perchè non leggerne ancora uno?” ma poi ne leggi ancora un altro e poi un altro ancora, così via fino alla pazzia. Ma chi gioca con le parole di solito fa sul serio, perché per giocare bisogna conoscere bene le regole.
E la creatività, come disse quel fabbro, ha regole ferree. Grazie Maurizio per avercelo ricordato.
Dario Neglia (Pubblicitario)
Mi piacciono i calembour, o come li abbiamo sempre chiamati, i giochi di parole. Sono piccoli spostamenti del pensiero, scorciatoie dell’intelligenza. E soprattutto mi piace scoprire di averli capiti! Mi da un senso di partecipazione al mondo dei cognitivi. Per questo ringrazio Maurizio Pansini, per la palestra del pensiero che mi mette a disposizione con i suoi scritti. E poi mi fa ridere un sacco! Non ve li perdete.
Paolo De Vita (Attore)