ripercorro Franco Battiato nel risveglio della lettura. il romanzo di Aldo Nove è un percorso esistenziale. geometrica emozionale che alterna la vita del Maestro a quella di chi ne scrive. due maestri che raccontano l’effimero elevato ad Arte. il tutto che diventa Tutto. la consapevolezza che siamo niente. un afflato popolare serpeggia lungo il libro in rivoli divini di illuminante storia. storie. Franco Battiato è un romanzo-saggio? un racconto intorno al desiderio che ha trasformato Francesco Battiato. «nato il 23 marzo 1945 sotto il segno dell’Ariete, in un paese, Ionia, che sarebbe esistito con questo nome ancora per sei mesi dalla comparsa del Nostro».
nato Sulle corde di Aries. Aldo Nove è comparso a farsi testimone di un viaggio. negli Intermezzi l’autore evoca la sua vita parallela a quella del mito-Battiato che si sta materializzando nella musica. «mi piacevano, tra le altre, le fresche melodie di quel Francesco Battiato e gli enigmistici, che non ricollegavo in nessun modo alla prima, quasi mistica audizione di «Sequenze e frequenze», di quella chimera mia infantile che rispondeva a Franco Battiato, o «Battato», come lo chiamavo allora». la scoperta di Pollution. nei primi album sperimentali. Fetus. questa non può essere una recensione. sarebbe come raccontare la trama di una. anzi due. vite. preferisco procedere per stimoli. anche sonori. in questo momento sto ascoltando Giusto Pio (il suo Attraverso i cieli). La voce del Padrone. Giusto Pio è una delle fondamentali figure che nella vita artistica del Maestro Battiato. L’era del cinghiale bianco. ha avuto il ruolo di un’epifania. Patriots. come quell’«oggetto magico» che padre Battiato. la chitarra. lo strumento galeotto all’intera vicenda. agalma. oggetto del desiderio. «vorrei cambiare l’oggetto dei miei desideri». Battiato non amerebbe essere definito Maestro. non amerebbe essere definito. tout court.
Franco Battiato non è definibile come romanzo. o come saggio. o come monografia. per me è una Cosa. nell’accezione lacaniana. Lacan è un altro riferimento della fenomenologia-Battiato. assieme allo studio delle Scienze tradizionali. il panreligioso Battiato non ha mai sostato. questo. sono questo. mai. continuazione degli opposti. del popolare. dell’esoterico. Uomo. per come ne parlava uno dei maestri del Maestro. Gurdjieff. Caffè de la Paix. dicevo che questo libro è una Cosa. un’ecfrasi di un desiderio. ecfrasi è propriamente la descrizione di un’opera pittorica. Franco Battiato ha aderito anche all’idea irrealizzabile della pittura. disegna per i propri e altrui album. la pittura. la descrittura cromatica dell’essenza. ha permesso che Battiato si aprisse nella meditazione dell’altro. «accettando il suo ruolo di eterno apprendista, si «svuota» di sé per riempirsi dell’Altro, cogliendone anche l’essenza remota, che si dà come pacata e meditativa». dell’Altro.
questo libro è il tragitto che Aldo Nove compie raccontando Aldo Nove che scrive Franco Battiato. lo scrivente. e la musica. nomi. altri e tanti sono i riferimenti. sempre come ferite nel corpo della carriera. pardon. della missione spirituale e artistica. nel 1964 «Francesco non si scompone e, quasi da precursore della teoria delle varianti di Vadim Zeland, o più semplicemente della Provvidenza, non se la prende affatto e ritorna a Riposto elaborando nuovi piani per realizzare la sua missione» ora giocosa ora meditativa. ora nel comico ora nel pessimismo totale. nel tutto e nel niente. a Milano. agli esordi. «per sopravvivere gli bastavano anche un caco e un po’ di pane». Giorgio Gaber Bruno Lauzi Dario Fo. Giacomo Manzoni Nanni Balestrini Elio Pagliarani. il come è del divenire dell’umana sorte. ferite come traumi che offrono il destro. e il sinistro. all’avvenire di quello che si è. «io, chi sono». «ti sei mai chiesto quale funzione hai?». il lettore. la lettrice. quando ascoltano. se ascoltano. la musica. «il caro poeta mio ospite, Franco Buffoni, prese un 33 giri che non avevo mai visto. […] un Battiato ancora privo d’identità, che imitava i successi del periodo». pura la vocazione di Aldo Nove è di incontri e di scoperte. e non è un caso il caos creativo che accomuna i due. «chi scrive ha vissuto un’esperienza che ha parecchie analogie con quella di Battiato». e chi scrive di sé che scrive non si autoriferisce. nella scrittura di Franco Battiato che è pure il ripercorso della crescita esistenziale e musicale di Aldo Nove.
la voce scrivente è un’entità che osserva e descrive dall’altro. dall’alto. da fuori. per questo non si ha l’impressione di leggere un monologo della propria personale passione. incontri dunque. come quello di Battiato e Karlheinz Stockhausen. «Stockhausen, che sosteneva di venire da Sirio, si trovò subito bene con il nuovo strano amico, anche lui non esattamente di questa terra». sogno ricordo memoria ora. «pulviscolo di stelle in vortici di luci e ombre». come i Velvet Underground e lo stranissimo album M.elle le “Gladiator”. Ancora opposti che si attraggono. distraendoci altrove. è la cifra trans-umana del Nostro. «[…] Giuseppe Verdi e Gioacchino Rossini, pernacchie, modulazioni soniche prodotte con l’immancabile VCS3». risonanze. mai descrizioni. «evocazione al posto della narrazione». come il libro. questo. che ho appena finito di leggere. la scrittura di un istante. per quanto vicende. intessute come un cosmo uno. «Battiato canta in francese, citando Proust». canta in siciliano. in arabo. in inglese. lingue langue. il materno e l’infanzia. il cosmo la storia e la vita che si reincarna. ma noi vediamo che l’adesso degli anni 70. e gli anni 80 e fino a ora. due ore fa. appena finito di leggere. ora. che ne scrivo. di più sono colto dal senso di stupore. sappiamo chi è Battiato. ma chi siamo noi. linea rossa e non tanto sottile. l’operazione alchemica di Franco Battiato è mettere in gioco e decostruire la falsa personalità. persona in latino significa maschera. ci nascondiamo in questa cipolla dell’io. strati su strati. «[…] qualsiasi autobiografia, qualsiasi biografia, non è che un riflesso, un affastellamento sclerotizzato di una serie di ricordi che costituiscono uno schema narrativo nel quale ci identifichiamo». stati di coscienza mai provati prima e dopo.
Battiato ha collaborato con Milva. Alexander Platz. con Giuni Russo. Un’estate al mare. con Morgan. Gommalacca. con. come si può essendo sé stessi abbracciare l’altro. il totalmente Altro da me. si può solo essendo realizzati come sé stessi. non è la storia di un mistico eremita. che si ritira deluso dal mondo. deluso dal mondo il Maestro non lo ha mai eluso. il Reale ha sempre fatto dimora del collage di impressioni. «quei pensieri associativi […] passando quindi per le teorie psicanalitiche più importanti del secolo scorso (dal fondatore Freud al suo allievo Jung fino al discepolo indisciplinato Lacan), sono esattamente l’asse portante dei testi (e delle musiche: pensiamo a M.elle le “Gladiator”) […]». l’artista è medium fonico che trasmette voci altre. le varia. le modula. ma la radice dell’ascolto è quel proprio essere collocati nel mezzo dei discorsi altrui. e non c’è inizio. e non c’è fine. «la concezione del tempo di Battiato, in armonia con le teorie della fisica quantistica, è circolare». processi soggettivi che sono oggettivi. siamo detti. scritti. cantati. e viceversa. tutto è transito. esoterico. essoterico. l’amore è un sentimento popolare che nasce da meccaniche divine. «Mozart suonava per celebrare il divino e per divertire (divertendosi) il pubblico». nel 1989 «Battiato sarà il primo cantante pop a esibirsi live per un papa, Giovanni Paolo II […]». accade la leggerezza nei brani di Battiato che sa trasformare «la ricerca del bene personale, interiore, in bene comune». l’errore diventa scoperta. il fallimento momento di un progetto più ampio. il vuoto è sostanza del pieno. è sempre stato come L’ombrello e la macchina da cucire. ancora incontri fondamentali. con Manlio Sgalambro che «manda i suoi testi via fax a Battiato, che ci lavora. […] la loro è un’incredibile consonanza spirituale, fatta ormai di profondi periodi di solitudine […]». amata solitudine isola benedetta.
Battiato canta. vive. ricerca. in diagonale. Breton Burroughs Joyce Guénon Wagner Ligeti Kraftwerk. tutto appare e diventa Tutto. alchemia. Battiato è aperto alla voce altrui. alla poesia. «Il filosofo Tommaso Labranca, acuto conoscitore e critico di Battiato, rilevò questa strana potenza poetica nel prodigioso attacco di «Il re del mondo», da L’era del cinghiale bianco: «Strano come il rombo degli aerei da caccia un tempo / stonasse con il ritmo delle piante al sole sui balconi». Ecco, un attacco di questo genere è vertiginoso […] come nel fiore della grande poesia nazionale […]». degli altri. le voci del mondo e le sincronie. e ancora amore. «ero a Tropea, alla fine del 1999, a concludere il mio romanzo Amore mio infinito […] in paese non salivo quasi mai, finché sentii alla radio dell’uscita imminente del nuovo album di Battiato, dal titolo Fleurs». la poesia di Fleur Jaeggy. che il Nostro omaggia con FLEURs. «e poi i volti, gli sguardi, le espressioni della fronte o della labbra così come le posture del corpo che, nel corso degli anni, diventarono per Battiato vero e proprio argomento di studio». Fisiognomica. la piccola scuola di sartoria della zia. sensazioni. forme. fantasmi. suoni. vagante la mente ne forgia l’essenza. l’assenza in questo presente. «l’arte ne forgia qualcosa che non è solo informe ammasso di proiezioni, di pulsioni dall’oggetto cangiante e spesso segnato dal dolore». Ferro Battuto è uno degli apparentemente album più confusi. come Dieci Stratagemmi è «l’album più duro dell’intera produzione di Battiato».
La vita di Aldo Nove che incontra la vita di Franco Battiato. la sincronia che li lega. 2007. «uno spavento. Ancora Battiato mi si presenta a dirmi quello che ci circonda, dietro a quello che ci circonda, dentro di noi». in un autogrill Aldo Nove vede il nuovo disco del Maestro. Il vuoto. poi Inneres Auge. non ho ancora la percezione esatta di quello che sono. ma so che si tratta di un film questo luogo in cui sono. un montaggio delle scene che ci lascia solo lo stupore del ricordo e la trascendenza delle coincidenze. e da lontano il suono di un cinema all’aperto. «l’idea di «riconvertire» la sequenza e la contrapposizione delle note in sequenza e contrapposizione di immagini si palesa, nell’arte di Franco Battiato, con il film Perdutoamor, nel 2003». saranno tre i film del Nostro che non si considera un regista bravo. il suo desiderio è evocare con ogni mezzo e condividere. non fare film. 2012. Apriti sesamo. cantare l’effimero e tessere pensiero mistico e i principi della fisica quantistica. «Manlio Sgalambro lascia questa terra il 6 marzo 2014 […]». poi accadono gli incidenti. domestici. nel 2017 Franco Battiato si romperà il bacino e il femore. un’altra volta. «a Milo si riunisce talvolta un piccolo gruppo di persone del paese o dei paraggi che canta, ai cancelli della sua villa. “La cura”». commosso. chiudo il libro. fuori c’è il sole e dentro anche. a volte un risveglio accade.