Mollare tutto. Lasciare il lavoro, la casa, gli amici, abbandonare ogni ormeggio e scappare altrove, quante volte ognuno di noi ha provato il desiderio di farlo? Il bisogno di evadere, abbandonare i vincoli e i legami che spesso ci vengono imposti e non proposti, l’impellenza di sbrigliarci da quel torpore esistenziale che giorno dopo giorno si mangia i colori, gli odori, le musiche, la voglia di vivere. Una stasi apatica in cui si muove anche Andrea, il protagonista di Radio Ethiopia, l’esordio di Alessandro Andrei pubblicato da un editore che già nel suo nome racchiude una visione ben definita della narrativa che vuole proporre.
Romanzo corposo e stratificato, Radio Ethiopia potrebbe essere definito come un road movie esistenziale che si muove tra i generi: avventura, sentimento, ma anche moltissima introspezione in queste pagine scandite dalla voce di Andrea, un uomo alla soglia dei quarant’anni che all’improvviso decide di cambiare direzione. Lo conosciamo durante una trattativa d’affari (avrei sfoltito qualche pagina in questa prima parte introduttiva), Andrea, bello e sicuro, il classico imprenditore in carriera con l’azienda del padre e un carico di aspettative e responsabilità da portare avanti. Un carattere forte, sfrontato, un muso duro che gli consente di tener testa alle trattative più delicate e qualcos’altro, un impulso selvaggio che riemerge e lo trascina con la testa in una realtà parallela. Andrea si immagina karateka mentre affronta a calci e pugni i suoi futuri soci in affari, non è la vita, è una pellicola di Bruce Lee, una membrana che cala sulla realtà narcotizzata con un richiamo da sirena, insinua il dubbio, la possibilità di una scelta e l’occhio destro lacrima in preda a un’isteria fisiologica che minaccia di esplodere. Andrea intravede una possibilità, una sorta di previsione che anticipa l’arrivo di quel fatidico messaggio inaspettato, improvviso, spiazzante. L’ultima cosa da fare. Marcello, l’amico più caro, è sparito. Ha lasciato parole vaghe, una sorta di confessione prima dell’ultima pazzia. Andrea è sconvolto, chiama Johanna, la donna per cui Marcello aveva deciso di trasferirsi ad Addis Abeba e metter su famiglia ma anche lei è sconvolta e non trova spiegazioni, nell’ultimo periodo il loro rapporto si era raffreddato ma non avrebbe mai immaginato che il marito stesse soffrendo a tal punto da arrivare a compiere un simile gesto. Ad Andrea non resta quindi che assecondare quella voce nella sua testa, prendere il primo volo per Addis Abeba e iniziare la ricerca della persona a lui più cara. Ed ecco che il romanzo sferza. Il viaggio si fa pretesto di un’indagine che parte dal luogo per addentrarsi nell’anima. Andrea si troverà di colpo catapultato in un contesto completamente nuovo, un paese di usanze, riti e profumi a lui sconosciuti: un luogo in cui il tempo assume un significato diverso e le persone si siedono attorno al profumo di un caffè speziato per il semplice piacere di scambiarsi ricordi ed emozioni.
La ricerca dell’amico diventa in primis una ricerca di se stessi e il viaggio si farà metafora di un cammino irto di mete rischiose: la vita di Marcello non era fatta di sola luce così come il passato di Andrea, che ciclicamente ritorna sotto forma di sogni e ricordi lungo tutta la narrazione, per mostrarci una personalità ricca di sfaccettature, i cui limiti e le scelte sbagliate personali si fanno specchio di un percorso di vita da cui nessuno di noi è immune.
Alessandro Andrei esordisce con una storia complessa e stratificata, una vicenda di formazione che fa leva sugli errori e le scelte sbagliate che si possono compiere dedicando la propria esistenza a una ricerca puramente materiale dando inizio a un viaggio affascinante all’interno di una terra iconica che non smette di ammaliare.
L’Etiopia descritta dall’autore pulsa di vita, usanze e cibi speziati mentre la narrazione acquista ritmo e incalza gradualmente strizzando l’occhio ai romanzi d’avventura ma mantenendo sempre un carattere profondamente introspettivo.
Radio Ethiopia si rivela così una piacevole sorpresa partorita da una penna consapevole che non rinuncia all’ampio respiro della prosa per dar vita a una storia dai forti rimandi cinematografici e musicali. Un viaggio all’interno di una terra in cui luce e ombra sono parte di un unico spirito il cui potere catartico diventa la tracklist imprescindibile per chi è alla ricerca di un nuovo riscatto.
Stefano Bonazzi
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Radio Ethiopia
Alessandro Andrei
Les Flâneurs Edizioni
19 euro
385 pagine