Lo ammetto candidamente: non sono mai stato un grande appassionato di saghe. E non tanto per pigrizia o altro, quanto perché difficilmente sopporto di non giungere alla conclusione di fatti e vicende narrate letta l’ultima pagina di un libro ma invece dover aspettare il volume successivo (sempre ammesso sia l’ultimo).
Eppure, sarà la simpatia personale che provo nei confronti dell’autore (è pur vero che, chi recensisce, dovrebbe porsi nella maniera più oggettiva possibile, però, insomma, homo sum…), l’essermi – mi auguro – ben inserito nelle dinamiche anche preparatorie ai vari volumi grazie alle proficue chiacchierate con Alessandro, oltre che per aver “condotto” due presentazioni assieme a lui (una per ciascuno dei volumi precedenti) o forse ancora qualcosa di misterioso e indipendente dalla mia volontà, ma questa saga credo proprio di poter affermare rappresenti per il sottoscritto l’eccezione che conferma la regola.
La scelta dell’autopubblicazione, dopo che i primi due volumi, Lord Alan e il Torneo del Dragone (2019) e Le Lame Porpora (2021), entrambi recensiti dallo scrivente sempre qui su Satisfiction, uscirono per la casa editrice mantovana Il Rio, avrà certo fatto storcere il naso a più di qualcuno, ma io non sono qui per parlare, né tantomeno a dare giudizi di sorta, sulle scelte (o gusti che chiamar si vogliano) editoriali dell’autore, quindi passiamo oltre.
Con i primi due volumi della sua saga “L’Eredità del Dragone” Alessandro Zanoni ci ha scientemente accompagnati per mano in visita ai due stati che compongono il “suo” mondo: Impero nel primo, Repubblica nel secondo, calcando la mano sulle ovvie differenze fra i due, ma neppure mancando di renderci edotti su alcune comunanze di vedute tra supposti nemici che non ci saremmo aspettati.
Questo terzo volume scende notevolmente più in profondità, menzionandoci apertamente di fronti interni reciprocamente avversi all’interno dei due stati e al contempo accomunati da una eguaglianza di vedute con specifici fronti (o minoranze) dell’altra parte; si spinge addirittura fin nel campo della teologia, trattando della creazione del mondo (di quel Mondo, ovviamente) e della lotta, si scoprirà mai conclusasi, che in un tempo mitico ma anche ben definito, si è combattuta tra le due divinità principali (che, utilizzando le categorie dualistiche tipiche del manicheismo, potremmo definire il Dio buono e il Demiurgo, ma non tanto nel senso di entità malvagia, quanto di creatore del mondo dal punto di vista tangibile e materiale): Drago e Dragone.
Un romanzo complesso nella struttura, suddiviso in parti, sette, all’interno delle quali si dipanano i capitoli, non eccessivamente lunghi ma decisamente intensi nello stile di scrittura e per vicende narrate; i salti temporali tra un capitolo e il successivo sono spesse volte anche drastici ma la lunghezza ridotta dei medesimi permette al lettore di non perdere mai di vista il focus centrale della narrazione (per quanto io ritenga sia preferibile parlare di focus centrali, al plurale).
Il fiato rimane sospeso lungo tutte le quasi quattrocento pagine: citare ogni colpo di scena sarebbe, oltre che eccessivamente dispendioso all’interno di una recensione senza pretese di sorta, addirittura scorretto nei confronti dell’autore: ma leggete Le Tre Lacrime e vi renderete conto di non potermi dare torto! Mi permetto soltanto una piccola anticipazione: a saltare particolarmente all’occhio sono le divergenze, che arrivano addirittura a scadere in reciproche, gravi accuse, tra quelli che si possono a pieno titolo considerare i due protagonisti per eccellenza della saga, i fraterni amici (fin qui) Mattew Winfull, erede al trono imperiale e Lord Alan Riversite, comandante in capo delle truppe dell’Impero; ma, come i primi due volumi della saga ci hanno insegnato (per quanto anche, molto più prosaicamente, la vita stessa ce lo faccia quotidianamente presente) nulla è come sembra di primo acchito.
Com’è normale nella “politica editoriale” di ogni saga anche in questo volume si calca molto la mano sulle questioni di parte, lasciando fino alla fine il lettore nella convinzione che ora, i nemici, non possano essere altro che gli Elfi; ma sarà davvero così? A risolverci ogni quesito non potrà essere altro che il quarto volume della saga, di prossima uscita. Il quale, se non ricordo male, dovrebbe essere quello conclusivo; in caso contrario, Alessandro Zanoni, cui spero questa recensione arrivi, è nel pieno diritto di sbugiardarmi, anche in pubblico!
Alberto De Marchi
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Alessandro Zanoni, “Le Tre Lacrime” (L’Eredità del Dragone vol.3), autopubblicazione Amazon Print, 2023, 373 pagine, 21,84 euro copertina rigida, 16,64 euro copertina flessibile