Già nel primo volume della saga creata da Alessandro Zanoni, Lord Alan e il Torneo del Dragone, ci siamo goduti ciò che è norma e regola trovare come “introduzione” in simili operazioni. Quindi abbiamo visto il delinearsi – più o meno per sommi capi – delle ambientazioni e di tutti i personaggi, l’accennarsi dei ruoli, standardizzati o meno, le primissime comprensioni dei rapporti interpersonali tra gli attori delle vicende narrate.
In questo secondo volume, fa l’ingresso – tra le pagine e, conseguentemente, nell’animo di noi lettori che le gustiamo – la vita in ogni sua sfaccettatura.
È inoltre spinta al massimo la descrittività (che però non sfocia mai in sterile descrittivismo). Se infatti nel volume precedente di Impero e Repubblica, i due stati impegnati nella secolare guerra per il possesso di Approdo (un vero e proprio fazzoletto di terra), si è trattato parlando essenzialmente del primo, qui è il secondo a godere di maggiore attenzione.
E tanto Impero, eccezion fatta per alcune cittadine di confine, è abitato e governato essenzialmente da appartenenti alla razza umana, tanto Repubblica si trova abitata e guidata dai rappresentanti di ben dodici razze!
Alessandro Zanoni scende nei particolari senza risultare ridondante, conscio che il farlo risulti essenziale alla comprensione del lettore.
Infatti, se per quanto concerne nani e giganti una idea la possiamo grosso modo avere tutti – si sia o meno versati nella lettura del genere fantasy, per quanto riguarda le altre razze lo ringrazierete di essere stato così preciso nel delinearvele, fidatevi. Perché, per quanto fervida possa essere la fantasia di ciascuno di noi, certi particolari appartengono soltanto a chi di quel mondo e di quanti lo abitano è ideatore.
Per distinguerle, ci vengono in aiuto anche alcune illustrazioni. A dare forma visiva alla scrittura di Alessandro sono stati chiamati alcuni allievi del Liceo artistico dell’Istituto superiore “Carlo Anti” di Villafranca di Verona;. Grazie anche a loro, possiamo avere meglio chiari gli elementi identificativi degli appartenenti a ciascuna razza.
Per inciso, le Lame porpora che danno titolo al libro sono un corpo d’élite dell’esercito repubblicano, un esponente per ogni razza.
Ho avuto il piacere di dialogare con Alessandro Zanoni in occasione delle presentazioni di entrambi i volumi e, tra le diverse cose, ci siamo soffermati sulla questione genere letterario di appartenenza.
Tralasciando le specificazioni cui siamo giunti, nei due incontri si è posta le querelle romanzo di formazione sì/romanzo di formazione no.
L’autore insiste nel considerare tale il primo capitolo della saga, non particolarmente il secondo, se non per una specifica ragione (che io condivido appieno): Le lame porpora insegna a non fidarsi immediatamente delle persone che ci si parano dinnanzi. Insegna che la vita raramente è o bianca o nera (o in bianco e nero), bensì impostata su una varietà di grigi incalcolabile e su altrettante sfumature di colore.
E quanti personaggi, che inizialmente si fanno guardare con sospetto, risulteranno essenziali alla risoluzione positiva di determinate vicende; quanti che si pensavano votati al proprio ruolo, e per questo al di là del bene e del male, vedremo scegliere il secondo. Quanti cambi d’opinione, quanti mutamenti del punto di vista dal quale si erano fino a poco prima considerati i fatti. Ma tant’è, essendo la vita protagonista indiscussa di questo libro.
Alberto De Marchi
Recensione al libro L’eredità del Dragone. Le lame porpora di Alessandro Zanoni, Il Rio edizioni 2021, pagg. 345, € 15,00