Due frasi in esergo ci introducono al libro di Alessio Mosca: la prima è di Heinrich Cornelius Agrippa di Nettesheim, alchimista, astrologo, esoterista e filosofo tedesco, la seconda di Vanna Marchi “o paghi o muori”.
Esoterismo, misticismo e un profano da televendita di seconda serata, dunque, per capire fin da subito il tono di un testo che si diverte continuamente a cambiare volto ed espressione, come i personaggi ritratti in copertina dall’abile mano di Elisa Seitzinger: It, l’Uomo tigre, Topolina, personaggi che attingono da un immaginario fiabesco, traslati in una veste orientaleggiante dai toni inquietanti. Una bulimia funzionale di maschere e disvelamenti che ci conduce all’interno di una raccolta dalle altrettante sfumature allucinanti e citazioniste.
Alessio Mosca è giovane, editorialmente oserei dire giovanissimo, di professione medico, si sta formando come psichiatra e psicoterapeuta, viene dal mondo delle riviste editoriali, un territorio spesso aperto a sperimentalismi e contaminazioni, si percepisce fin dai primi racconti che la sua è una penna affamata di novità, sfrontata, a tratti provocatoria.
I nove racconti di Chiromantica medica sono un mash up di influenze e generi difficili da riassumere in un’unica recensione. Ben più spazio e approfondimento meriterebbero questi testi che, in un riuscito gioco di contrapposizioni, accostano scenari provinciali tra il Lazio e l’Abruzzo, tra la natura rurale di un gruppo di pastori della Majella e la periferia decadente delle borgate romane.
C’è l’imbarazzo della scelta, un’abbondanza inizialmente stordente e il divertimento maggiore nella lettura di queste chicche letterarie non sta solo nella piacevolezza di una penna alta, seppur estremamente fruibile, quanto nella imprevedibile scoperta della storia successiva.
Che sia una coppia in crisi/analisi durante il montaggio di un mobile Ikea, un personaggio senza nome prigioniero di una donna dagli appetiti (non solo sessuali) insaziabili, quanto una mappa geografica ricreata nei nervi e nelle ossa del corpo di una visionaria alla ricerca del proprio compagno, la caleidoscopica immaginazione di Mosca ci mostra una manciata di situazioni apparentemente inconciliabili tra loro che, però, raccolte in un contesto sincopato e allucinatorio come questo, assumono coerenza proprio in virtù della loro esplicita, ricercata, eterogeneità.
Nell’infinite scroll mentale dell’autore c’è spazio per tutto: il sacro e il profano si fondono in una prosa carnale, blasfema, ironica e inquietante, soprattutto quando pesca dal contemporaneo più vicino (sfido qualsiasi genitore a non aver provato gli stessi timori del protagonista dell’ultimo, a mio avviso migliore, racconto della raccolta: Io odio TikTok).
Alessio Mosca, in poco meno di duecento pagine ha tracciato un’istantanea tremendamente lucida delle anomalie che muovono certi comportamenti dettati da una società in preda a un’ansia prestazionale continua, una discesa negli inferi sociologici che genera mostri ben più temibili dei lupi mannari evocati dal folklore della follia lunare.
Se Rocco Siffredi può ergersi a figura di culto mitologico adorato da contadini piegati a un mercato cannibale, allora anche un ragazzino può reinventarsi Cristo contemporaneo portatore del peso dell’intera umanità.
Il consiglio dunque, per approcciarsi con il giusto spirito a questa psicotica Wunderkammer dell’occulto, è quello di non precludervi nulla: affidatevi completamente alla penna di questo autore che, alla sua prima prova, ha dimostrato la visionarietà di un profeta navigato.
Lasciatevi urtare da immagini che non vi lasceranno indifferenti, riconoscetevi nei fallimenti e nelle ossessioni di personaggi incapaci di accettare la frenesia del cambiamento. Siate loro, per una decina di pagine, spaventatevi, indignatevi, incazzatevi e poi, riavvolgete tutto.
Che il racconto contemporaneo possa ripartire da qui, vi prego.
Stefano Bonazzi
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Chiromantica medica
Alessio Mosca
Nottetempo
14 euro — 174 pagine