Ogni adolescenza coincide con la guerra…
Cantava Davide Toffolo alla fine di quegli anni novanta in cui Alessio Torino ha deciso di ambientare il suo ultimo romanzo dal titolo Cuori in piena edito da Mondadori.
Una battaglia, quindi, che si combatte in sella alle bici consumando le ruote sulle strade sterrate di Pieve Lanterna, un paesino tra le montagne dove i ragazzi corrono al fiume per fare il bagno. In quel fiume è morto un ragazzo, Andrea Gori.
Per questo il giovane protagonista è costretto, se vuole restare dalla nonna per le vacanze, a fare una promessa a suo padre: non fare mai il bagno nelle Caldare.
Sembrerebbe un giuramento da poco, ma per Corsi significa stare a guardare i suoi amici divertirsi e non solo, perché l’estate al paese si consuma lungo il corso del Burano. Qui arrivano le ragazze e soprattutto Céline, una ragazza belga nipote di minatori di cui il protagonista si innamora perdutamente.
Alessio Torino insegna Letteratura latina all’università di Urbino. Ha vinto il premio Bagutta con il suo romanzo d’esordio Undici decimi. Ne ha pubblicato poi molti, quasi tutti con Minimum Fax. La stagione di Corsi a Pieve Lanterna, si apre con Tetano in cui Corsi e i suoi sodali progettavano di costruire una zattera per solcare il fiume.
Quella che ci racconta in questo romanzo è un’adolescenza scomparsa, al limite tra Stranger Things e Il tempo delle mele, non ci sono i telefonini, non c’è Tik Tok e i ragazzi fanno ancora banda. Il loro rapporto con il sesso è triviale e bidimensionale come i giornalini che guardano di nascosto. Non esiste fluidità, i ragazzi fanno battute sconce e cretine, tirano pugni alle giostre per misurare la forza e si lanciano in aria con i calcinculo.
Pieve Lanterna è un borgo incontaminato, dove la morte è una cappa. Il padre di Gori è impazzito e si aggira nel paese come a voler ricordare a tutti gli altri che il peggio esiste e può coglierti di sorpresa.
Ci sono poi gli zingari a suscitare quell’odio razziale che spesso cova. Siamo tra gli appennini ma potremmo essere ad Aberdeen, tra uomini in camicia di flanella che lavorano alle segherie, bevono troppo e rimuginano sui tempi andati e su quei cambiamenti che non riescono a capire e ancora meno ad accettare.
Il padre di Corsi è l’unico dei vecchi amici ad essersene andato. Vive a Roma, si è realizzato. In qualche modo, tutti gli altri che sono rimasti, che hanno fatto figli che adesso sono gli amici estivi di suo figlio, glielo rimproverano.
Lui dice che quegli uomini incattiviti sono come chiodi arrugginiti. Chi non è impazzito, come Gori, si è comunque perso nel bere. È un posto duro, Pieve Lanterna, dove d’estate si spacca la legna per l’inverno e dove il modo in cui fai la catasta dice tutto di te. Qui, tra i boschi dell’Appennino, i ragazzi sono chiamati a fare i maschi, a comportarsi di conseguenza, ad essere sfrontati e a mostrare più coraggio di quanto alla loro età sia lecito chiedere.
Pierangelo Consoli
Alessio Torino, Cuori in piena, Mondadori 2023, Pp. 336, euro 20