Sotto casa è un via vai di bambini, dai tre ai dieci, undici anni. Giocano tutti insieme. I più grandi sopportano i più piccoli ed ogni tanto si prestano ai loro giochi. Sanno che qualche anno fa sono stati più piccoli anche loro. Ognuno è fatto a modo suo, mangia le sue cose e veste diversamente. Per terra in un angolo al fresco, al riparo dal sole come tanti funghi in una foresta, ci sono le loro borracce colorate. In quelle continue pause la loro complicità aumenta e si lascia andare.
Le ragazzine più grandi sfrecciano sulle bici e sui pattini, fanno battere i primi cuori e si fanno seguire con gli sguardi.
Poi ogni tanto arriva qualche nuovo bambino ed a volte quel bambino è come Orso del libro di Alex Willmore “il grande viaggio”(ed.Clichy, traduzione di Maria Pia Secciani). Come Orso non sa bene come comportarsi, è un pò maleducato e spinge tutti. Fa il prepotente e non riesce proprio a giocare con gli altri. Non sa come fare, non riesce ad interagire , sa solo spingere perché si crede grande e grosso finché davanti a lui non trova qualcuno che non si sposta.
Anche ad Orso capita la stessa cosa; non riesce a spingere via il signor Alce , “gli gira intorno facendogli la linguaccia e fa un passo indietro e perde l’equilibrio e cade” e rotola e sbatte e va a finire in una buca profonda, al buio.
Anche qui sotto qualcosa di simile accade. E tutte le volte gli Orsi grandi e grossi finiscono a terra da qualche parte e se ne stanno un pò da soli a meditare sul loro atteggiamento e preparano le scuse. Sono un pò tristi per qualche giorno fino a quando tutta la compagnia non decide di tendergli la mano e non lo lascia mai più da solo.
Ogni tanto vediamo spuntare qualche nuova borraccia e sentiamo ridere ancora più forte.
Edoardo M. Rizzoli