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Alison Espach anteprima. Questi adulti

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Questi adulti” di Alison Espach (Bollati Boringhieri, 2023 pp. 336 € 18.00) nella traduzione di Manuela Faimali, esce nelle librerie l’11 luglio. Un romanzo accattivante, curioso e sarcastico. L’autrice narra una storia di evoluzione attraverso le espressive dinamiche adolescenziali dell’esistenza, nel complesso confronto con il mondo degli adulti, con la fragile interpretazione dell’incomunicabilità. La scrittura vivace e impertinente dell’autrice getta lo sguardo pungente e consapevole sulle opportunità formative della vita, testimonia il criterio di considerare l’universo dell’indole umana una corrosiva discordanza, interpreta gli accordi essenziali della saggezza consegnandoli alla preziosa esperienza di crescita della protagonista Emily. Emily affronta la sua storia partendo dal pretesto celebrativo del festeggiamento per il cinquantesimo compleanno del padre, esplora il mondo stravolto dalle vicissitudini, avvalora, nel corso di oltre dieci anni il cambiamento emotivo, assiste al distacco sentimentale dei genitori, allo spostamento del padre a Praga, alla morte di un vicino di casa, alla gravidanza della madre di un amico, alla cui responsabilità è chiamato il padre di Emily. Tutte le spiacevoli vicende intrecciano le conseguenze crudeli e amare della consapevolezza, circondano le contrarietà con la formazione intelligente dell’ironia. Emily rappresenta il disagio interiore, avverte il tormento di un disordine introspettivo che trattiene le sue contraddizioni nel contesto sociale di riferimento, sottolinea la reazione alla negazione della piena maturità. Alison Espach, con sapiente e istruttiva abilità letteraria, sa dosare l’insolenza delle provocazioni confondendo le apprensioni e l’arroganza dell’adolescenza, descrive la sorprendente persuasione del carattere misterioso dello scorrere del tempo, evidenzia l’essenza materiale della paura e oltrepassa la cinica partecipazione agli eventi dolorosi della vita, estende la beffarda indifferenza e lo svilimento nei confronti delle grandi illusioni dell’umanità. “Questi adulti” predispone gli strumenti della comunicazione dipingendo uno scenario del cambiamento sociale, nella sfida evolutiva dello sviluppo dell’identità, confronta la spericolata e immatura dipendenza intellettiva e affettiva degli universi paralleli con la comprensione di un percorso scomodo e spesso incomprensibile. Alison Espach adotta con il suo inconfondibile, sferzante e spiritoso orientamento analitico, l’alterazione paradossale dell’entità dell’espressione narrativa, compone la struttura discorsiva dell’ironia e l’inflessione ricercata della malinconia, piega la disposizione bizzarra della natura umana nel tentativo di ribellione verso la comica e caricaturale visione del mondo, accende l’intuizione disinvolta nel dinamismo, nella devozione alla vita. Esplora i confini della memoria, con una scrittura vivace e spontanea, associa la presenza del passato e del presente, trattiene la custodia temporale dei ricordi, riconsegna il sentimento della delusione con accattivante umorismo, mantiene la talentuosa inventiva della modalità relazionale e la perspicacia di ogni descrizione nel conflitto generazionale, comunica l’intensa traduzione dell’eterno diverbio per riuscire a diventare grandi e rinnovare, oltre l’insidioso e insicuro confine impercettibile tra gli adulti e i ragazzi, la resistente meraviglia di riconoscere la direzione migliore della propria vita.

Rita Bompadre

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Mr Basketball e io ce la cavavamo meglio durante l’estate. Il sole ci rendeva persone migliori. Prima che iniziassi l’ultimo anno, dormimmo insieme su un letto vero quasi ogni giorno. Mr Basketball cominciò a chiedermi di chiamarlo Jonathan. Avevo quasi diciotto anni. “No” dissi. Eravamo nel suo appartamento. Ci stendevamo sul letto e passavamo troppo tempo sdraiati uno accanto all’altra, sbalorditi da quanto sembrasse normale toccarci fuori da scuola. Eravamo due persone come tutte le altre: ridevamo e dormivamo e ci amavamo, e quando avevamo fame ci brontolava lo stomaco. “Sono i nostri stomaci che ci salutano” disse Mr Basketball.

Non capisco cosa dicono” risposi.

Parlano spagnolo”.

Non sapevo che il mio stomaco fosse bilingue “.

Oh, stanno solo dicendo ciao. Non serve essere bilingue”.

Poi però, ricominciò la scuola, e nei corridoi Mr Basketball mi guardava come fossi una studentessa qualunque, come fossi Janice o Martha o Lillian Biggs, e io mi chiudevo in bagno e piangevo a dirotto.

Ci diplomammo tutti, e gli altri studenti si tingevano di rosa la parte sotto dei capelli, tagliavano le gambe dei jeans, gridavano dai finestrini delle auto, bevevano e bevevano e bevevano finché Marcy Livingstone non rimase incinta e fece sentire tutti in colpa. Io me ne stavo seduta sul vialetto di casa, sobria e ansiosa, aspettando che Mr Basketball mi portasse al suo appartamento.

Mia madre mi teneva d’occhio. Trovandomi in gonna sui gradini di casa, si chinò a guardarmi. “Perché sei vestita così? “

Così come?”

Così” ripeté.

Arriva fin sotto il ginocchio”.

Il problema non è la lunghezza. È che è attillata. Vuoi che tutti vedano la sagoma del tuo inguine?”

Magari sì”

Da quando in qua porti la gonna?” chiese, e la sua domanda, più che farmi arrabbiare, mi rattristò. Il fatto che portassi la gonna la rattristava perché quali occasioni aveva, lei, per indossare una gonna? Era questo che mi stava chiedendo, e sapevamo entrambe che non me lo avrebbe mai chiesto in quei termini e che non le avrei mai dato la risposta giusta.

Si sedette accanto a me e si accese una sigaretta. “Una donna mette la gonna quando vuole essere bella. Lo so, Emily” disse.

Non riuscivo a guardarla in faccia. Sentii il rumore della sigaretta che si staccava dalla bocca e la zaffata di fumo nelle narici.

Vai a letto con quell’uomo, vero, Emily? Quell’uomo che ti accompagna a casa qualche volta?”

Mi finsi offesa. “Quale uomo?” sbottai, alzandomi. “Non so di chi stai parlando”.

Chiamo subito la polizia” disse, allora mi allontanai da lei protestando: Mamma, ti prego, smettila, stai esagerando, mi metti in imbarazzo, chi ti ha ficcato in testa queste cazzate? Non è colpa mia se ci sono uomini che vogliono accompagnarmi a casa, e che male fanno? Lei disse: Emily, sei bellissima e devi esserne consapevole, devi cominciare a esserne davvero consapevole.

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