Andrea Delogu esordisce nella narrativa con un romanzo potentissimo. Contrappasso, edito da Harper Collins, è una distopia dalle molteplici contaminazioni che possono sfumare dall’horror fino al thriller o nel genere ombrello della speculative fiction. Infatti Delogu parte da un semplice “What If”, cosa succederebbe se l’umanità dovesse smettere immediatamente di uccidere gli animali per garantirsi la propria sopravvivenza? Nel futuro di Contrappasso assistiamo a una inspiegabile forza che unisce la morte di un animale a quella del suo carnefice. Chiunque uccida un animale infatti morirà, per Contrappasso, della stessa sorte inflitta alla creatura. Da questo presupposto Delogu costruisce da zero un “Nuovo Mondo” dove gli animali vengono finalmente liberati dalla tirannia umana, al punto che l’uomo ha paura di ucciderli e sono terrorizzati anche di camminare in un prato perché si corre il rischio di uccidere un insetto. Il wordbuilding di Contrappasso non tradisce nessuna banalità, non assistiamo a un mondo dove l’uomo rinuncia ad uccidere gli animali ma a nuove concezioni stesse del significato di Città-Società-Economia. Dopo il periodo iniziale di inquadramento del Contrappasso, costellato da vere e proprie stragi, lo stato ha ripreso il controllo grazie alla leader auto-proclamata Ava Glacè che ha inagurato severissime politiche per la sopravvivenza del genere umano. Inoltre l’umanità è costretta a vivere con animali insettivori, innocui uccelli o anfibi, sistemi di allarme a ultrasuoni e a usare sostanze come la citronella o la menta. L’umanità ha smesso di omologare il paesaggio ai bisogni antropici, almeno così pare, e cerca invece di piegare il capo ai dettami della natura. Il romanzo invece segue le vicende di Sara Parker ambiziosa reporter che vuole rimestare nel passato oscuro dell’epoca antecedente al Contrappasso. Il libro si apre proprio con un’intervista di Sara a uno dei primi umani che “capirono” il Contrappasso, ovvero Aron Puller un ex eroe di quell’epoca ormai “primitiva”. Questa sezione iniziale del romanzo, tra le mie preferite, racconta di come Aron assiste alla morte dell’amata moglie mentre cucinava delle cicale di mare ancora vive. Da quel aberrante episodio Puller riesce a convincere un giornalista, Michael Mazi e insieme ad esso a spiegare il Contrappasso ad Ava Glacè, altra famosa giornalista dal fascino irresistibile. Sarà proprio questo triumvirato a salvare l’umanità dal baratro del Contrappasso. Aron invischiato in una relazione con Ava finirà per essere scartato da quest’ultima e per essere dimenticato da tutti, mentre Mazi e Glacè riuscirono a diventare le figure più importanti del paese. Per quale ragione la giovane Sara indaga tra gli eventi di quasi 30 anni prima? Forse perché l’epoca del Contrappasso nonostante il divieto di consumare carne e a perseguire uno modus vivendi eco-friendly non è un paradiso. L’utopia apparente infatti nasconde una macabra distopia che strizza l’occhio a tanti altri romanzi americani contemporanei, il più simile per stile e approccio narrativo è The Warehouse di Rob Hart. Come dicevo la distopia inagurata dai “salvatori del genere umano” prevede di sorteggiare tra malati terminali per selezionare dei condannati che si sacrificheranno per completare mansioni letali (uccidere animali per garantire dei pasti, fare lavori di disinfestazione etc). Questi condannati a morte vengono chiamati Antipasti e scelti con la Lotteria, riferimento classico ad Hunger Games. Sara vuole spezzare la catena che imprigiona il popolo sotto il giogo di una despota che sacrifica il suo popolo per proteggere la ricchezza dei privilegiati e per garantire carne e sicurezza alle classi più agiate. Ma soprattutto vuole vendicarsi, perché Ava Glacè le ha strappato la madre e il padre. Sara dovrà nuotare nel periodo più buio dell’umanità per scoprire che il suo stesso presente è un’epoca con macchie e false glorie. Forse troverà le prove per incastrare gli ex salvatori e smascherarli come prevaricatori del popolo. Andrea Delogu riesce perfettamente a raccontare le peripezie di Contrappasso e dei suoi protagonisti, tutti chiaramente descritti con precisione come se avesse macinato tantissimi manuali di scrittura creativa. La scrittura scorrevole, che segue le classiche impostazioni narrative americane, ci accompagna nei meandri più deliranti della sofferenza umana senza mai scadere nello splatter o nella violenza visiva gratuita. Non mancano evocativi innesti testuali, come nell’estratto che ho scelto della scena del Cervo e della Volpe che fungono da metafora e da simboli per la copertina di Contrappasso. La forza del romanzo tuttavia risiede nel non essere come tutte le distopie americane che lasciano spazio a finali telefonati e tipicamente felici. Contrappasso non è un romanzo didascalico che condanna le persone che mangiano carne o inneggia al veganesimo, bensì come un quadro di Caravaggio è un trionfo di luci e ombre e nessuno di noi può ammettere di vivere solmente sotto la luce del sole senza agognare le ombre. Demolendo una etica manichea tra male e bene Andrea Delogu confeziona un romanzo intelligentissimo e che vi prenderà a pugni fino a riflettere.
Cristiano Saccoccia
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Lui non era pronto a fare lo stesso. Non più. Decise di tornare indietro, al sicuro. Doveva stare attento alla sua vita, lo aveva
promesso a William. Si voltò per raggiungere il camion e si trovò davanti, maestoso e sicuro, un cervo. Era lì, un animale di un’eleganza abbacinante. Lo fissava fermo e curioso. Gli uomini non erano più un pericolo per lui. Aveva occhi enormi, dolci, di un nero profondo e brillante. Robert restò immobile e credette di sentire il cuore del cervo battere, un cuore selvatico e forte. Sentì di essere in piena sintonia con l’animale. D’altronde, lui, da piccolo era stato Bambi. Il cervo abbassò la zampa che teneva sollevata e si assestò. Robert notò che sotto al suo petto si era accovacciata una volpe, anche lei serena e fiera, dalle linee morbide e con il muso appuntito. L’aveva vista in vari documentari e nei libri illustrati. Distingueva a malapena i contorni dei loro corpi. Il riflesso della luna li accarezzava, sembrava un’opera d’arte, un ritratto vivente del paradiso terrestre. Tutti i sensi erano vivi allo stremo delle sue possibilità, tutta l’attesa del mondo era valsa la pena per scoprire quella magia. D’istinto Robert fece un passo in avanti, incontro a quella meraviglia, ma prima di riuscire a toccare terra
con il piede, il cervo scattò minaccioso verso di lui. Il sangue smise di circolare nelle vene di Robert e il fiato sparì. La bolla mistica scoppiò, lasciando spazio alla paranoia: stava per morire, attaccato da quello che gli avevano detto essere un animale buono. Senza emettere alcun suono, Robert chiuse gli occhi, pronto a essere abbattuto. La mente vuota, l’animo rassegnato. Ma quasi all’unisono con la sua resa, sentì uno sparo che rimbombò per chilometri nel bosco e risvegliò la notte in un immenso frastuono. «Torna immediatamente sul camion e cammina solo dove punto la torcia e gli ultrasuoni. Sei arrivato fin lì per miracolo, ora vedi di tornare indietro illeso» gli ordinò la sentinella, con ancora il fucile a salve puntato in aria. Robert obbedì, sconvolto. Cercò parole per giustificarsi ma l’unica frase che riuscì a dire fu: «Perché mi ha attaccato? È un animale buono».
«Era una cerva, ha protetto il suo cucciolo. E tu sei un coglione» gli rispose il militare.
Robert si sentì più di un coglione: aveva scambiato un
cerbiatto per una volpe e capì che era ancora totalmente
impreparato a entrare in contatto con la natura
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Contrappasso, Andrea Delogu
Harper Collins
19 euro; pp. 250