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Andrew Sean Greer anteprima. Less a zonzo

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È in libreria Less a zonzo l’ultimo libro di Andrew Sean Greer, La nave di Teseo, 2023, pp. 272, € 20,00 con traduzione di Elena Dal Pra. Il libro è il seguito di Less già uscito con La nave di Teseo nel 2017.

Arthur Less, un romanziere che gode di una certa notorietà e ha una vita sentimentale stabile con il suo amante Freddy Pelu (voce narrante), sembra vivere un momento felice della sua esistenza. Tuttavia, come spesso accade, la vita riserva sorprese imprevedibili e inaspettate.

La morte di un’antica fiamma e un’improvvisa crisi economica spinge Less a fuggire nuovamente dai suoi problemi, accettando una serie di incarichi letterari che lo porteranno in un avventuroso viaggio attraverso gli Stati Uniti.

Durante il suo peregrinare, Less si imbatte in luoghi affascinanti e mitizzati dell’America, tra comunità new-age ed eccentrici parcheggi per roulotte. In questo scenario, gli sprazzi di bettole al limite del kitsch, sorvegliate da baristi di grande intelligenza, mettono in discussione la sensibilità metropolitana di Less. Ma non sono solo queste stranezze ad accompagnare il protagonista nel suo cammino, poiché il romanzo esplora anche le insicurezze di Less riguardo al proprio talento letterario e le perplessità di Freddy nei confronti del suo partner, spesso solipsistico.

Less viene accusato di essere un “cattivo gay”, perché troppo conciliante con la sensibilità etero nella sua prosa e l’accusa lo ferisce. Freddy, infatti, racconta: “Quando si era trasferito a New York dopo l’università, negli anni ottanta, Arthur Less ce l’aveva messa tutta per essere gay. Si era iscritto a una palestra che si era rivelata essere un covo del sesso. Si era iscritto a un partito che si era rivelato essere un covo di complottisti sulla sanità pubblica. Si era iscritto a un circolo di lingua tedesca che si era rivelato essere un covo del sesso. Si era iscritto a un book-club che si era rivelato tutto schierato con un partito politico. Si era iscritto a un gruppo di gioco di ruolo che si era rivelato un covo del sesso. Si era iscritto a un covo del sesso che si era rivelato un servizio della sanità pubblica. Era tutto così confuso”.

Less a zonzo è molto più di un semplice romanzo di avventura attraverso gli Stati Uniti. È un’opera profonda e gioiosa, che affronta l’enigma della vita in America, l’enigma dell’amore e le storie che raccontiamo lungo la strada.

Senza dimenticare il consiglio dell’amico poeta: “Vai a perderti da qualche parte, ti fa sempre bene”.

Carlo Tortarolo

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Guardate Arthur Less oggi:

A San Francisco, in piedi sul ponte di un traghetto, con addosso un abito così precisamente dello stesso grigio della nebbia da sembrare (come in un film non troppo spaventoso) una fluttuante testa fantasma. Guardategli i capelli sempre più radi montati dal vento come la punta rigida di una meringa bionda, le labbra delicate, il naso affilato e il mento lungo che ricorda gli invasori normanni dell’Arazzo di Bayeux; bianco come solo un uomo bianco può esserlo, con le uniche note di colore della punta del naso e delle orecchie, e l’azzurro vetro soffiato degli occhi. Guardatelo, Arthur Less. Un po’ oltre i cinquanta, proprio il fantasma di se stesso, ma quando poi il cielo comincia a scurirsi prende la forma piena di un uomo alto di mezza età tremante di freddo. Eccolo lì, il nostro eroe, che si guarda intorno con l’aria di uno che si è fatto crescere i baffi e aspetta che qualcuno se ne accorga.

E, in effetti, lui i baffi se li è fatti crescere. E sta, in effetti, aspettando che qualcuno se ne accorga.

In questa nebbiosa mattina d’ottobre il nostro Scrittore Americano Minore è diretto in piccolo paese della corsa all’oro sulla Sierra Nevada dove terrà una lezione all’interno del ciclo “Voci d’oggi”. Per chiunque altro sarebbe un semplice viaggio di tre ore, ma il nostro Arthur Less deve fare le cose nel modo più difficile: ha optato per barca e treno. Così l’arrivo alla meta è previsto tra circa cinque ore, e lungo la strada Less si aspetta di attraversare gli stessi panorami che i minatori d’oro devono aver visto salendo dalla licenziosa San Francisco all’arida montagna delle loro fortune.

Ah, possedere uno sfigmomanometro che misuri davvero l’essenza dell’uomo! Cosa ci svelerebbe del nostro protagonista, mentre sorride gentile alla sua città che svanisce nella nebbia come una fotografia sovraesposta? Forse l’inquietudine di un cuore che nuota nella gabbia toracica di un cinquantenne. Ma anche, credo, il piacere pervasivo dell’altrui riconoscimento che dev’essere – nonostante gli scrittori dicano di desiderare solo che l’inchiostro si asciughi sulla pagina prima di lasciare il pianeta – ciò che riscalda l’unico occupante del ponte superiore in questa domenica nebbiosa e fredda. Non è forse la sua una “voce d’oggi”? In cammino anche adesso per ricevere gli applausi dei minatori d’oro, proprio come Oscar Wilde durante il suo giro del selvaggio West (dato che la fantasia di Less arriva al punto di immaginare i minatori al posto dei coltivatori di marijuana)? E ancora: Arthur Less negli ultimi giorni ha ricevuto più inviti che in tutto l’anno passato. Gli hanno chiesto di far parte della giuria di un premio importante; una compagnia teatrale ha chiesto di poter mettere in scena uno dei suoi lavori. Che esista un pubblico silenzioso in fervida attesa del nuovo romanzo? Una forza nascosta non intercettata dalla galassia editoriale e dai critici di New York che, come una stazione spaziale orbitante, posa lo sguardo sul resto dell’America senza mai neanche interagirci?

Ignorali, gli dice nel ricordo il poeta Robert Brownburn. Quello che conta quando si scrive è la pagina.

© 2023 La nave di Teseo editore, Milano

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