Entrare dentro L’opzione di Dio, terzo romanzo di Pietro Caliceti mandato oggi in libreria da Baldini Castoldi, significa necessariamente rimanere coinvolti in un meccanismo narrativo da cui diventa rapidamente e inesorabilmente difficile uscire. E sono due, almeno, gli elementi che stanno alla base della fascinazione che può colpire il lettore: il “pieno” dell’azione, della concatenazione delle vicende – avvincenti, sì, come può essere avvincente un perfetto thriller fantapoliticoreligioso – e il “vuoto” che informa le azioni dei protagonisti, primo tra tutti il jihadista che, dalla prima pagina, guida verso il suo destino di attentatore a piazza San Pietro. Prima l’esplosione, la strage nel cuore della cristianità, poi la notizia dell’imminente morte del Papa e, a seguire, la lotta senza quartiere per la successione sul Soglio pontificio. Nascono due “partiti”, uno tradizionalista e l’altro progressista, che sostengono un asceta contrapposto a un ex rugbista sudafricano famoso per aver “risolto” numerosi casi di pedofilia prima che giungessero davanti a un giudice. Il meccanismo costruito da Caliceti prende il volo proprio nel seguire le vicende che scandiscono la corsa alla nuova nomina papale, in un susseguirsi di colpi più o meno bassi che i rivali si tirano l’un l’altro, indagando tra gli aspetti più oscuri delle loro carriere alla ricerca spasmodica di scheletri nell’armadio e materiale utile per qualche scandalo. In un serrato susseguirsi di colpi di scena, tra indagini sull’attentato e lotta sempre più serrata nelle stanze vaticane, prende corpo sempre più “rumorosamente” una fitta trama fatta di intrighi di palazzo, affari poco leciti, lotte di potere e intrecci terroristici, in fondo alla quale balena improvvisamente una terribile verità. Dopo L’ultimo cliente e BitGlobal, Pietro Caliceti colpisce ancora, proponendo un romanzo che mette i brividi: quelli che si provano quando si legge qualcosa che, ancorché frutto di una creazione narrativa, è fin troppo plausibile e immaginabile come “vero”. Basta provare a leggere, e incominciare a entrare nella mente di un attentatore pronto a farsi saltare, o in quella di un prelato dalla moralità non del tutto specchiata.
Paolo Melissi
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Giorno 1, ore 10:00
Roma
Controllò per l’ultima volta i contatti. L’esplosivo sul cruscotto, quello nel giubbotto, l’innesco. Tutto era a posto, tutto era collegato. Strinse le mani sul volante e diede gas lentamente, attento a dosare la pressione. Le ruote si mossero e l’autobus si mise in moto, dapprima in modo impercettibile, poi sempre più fluido. Dieci all’ora, venti, trenta. Non accelerò oltre, voleva tenere sempre un buon margine di spazio tra sé e la macchina davanti.
Così, bene. Continua così.
Percorse tutta piazza Adriana, costeggiando Castel Sant’Angelo. Lì ci avevano girato quel film, pensò, quello con Tom Hanks. Non Il codice da Vinci, quell’altro, quello sugli angeli e i demoni. L’idea gli strappò un sorriso. Già, angeli e demoni. Più appropriato di così. Era un angelo, lui. Fra poco sarebbe stato in mezzo agli angeli.
Wahuwa alqahiru fawqa AAibadihi wayursilu AAalaykum hafathatan hatta itha jaa ahadakumu almawtu tawaffathu rusuluna wahum la yufarritoona. Ripeté un’altra volta la formula rituale, e un’altra, e un’altra ancora. Egli è il Signore Assoluto dei Suoi servi. Egli manda i Suoi angeli custodi a vegliare su di voi affinché non sbagliate mai, e quando la morte vi prenderà portino la vostra anima in Paradiso.
Piazza Adriana diventò piazza Pia. Mancava poco, ormai. D’un tratto sentì freddo. Echi di voci dimenticate, flash di occhi, sorrisi, volti. Suo padre, sua madre. I suoi fratelli che giocavano a pallone nel deserto. Non sapeva neanche di averli più dentro, dopo tutti gli anni passati via. Freddo. Sudore. Stava sudando.
Sub·ha·nal·la·dhi sakh·kha·ra la·na ha·dha wa ma kun·na la·ha muq·ri·nin, wa in·na i·la rab·bi·na la·mun·qa·li·bun. Sia esaltato Allah, che ha sottomesso tutto questo per noi, come noi non avremmo potuto fare; e noi in verità ritorneremo al nostro Signore.
C’era una curva, fra poco, e oltre la curva l’ultima strada. L’ultima strada, ripeté tra sé. Per un attimo, ebbe come una vertigine.
Egli manda i Suoi angeli custodi.
Il primo. Sarebbe stato il primo. Il primo in Italia, e non solo quello. Proprio davanti a San Pietro. Un angelo tra gli angeli. Gli angeli l’avrebbero portato in Paradiso.
Affinché non sbagliate mai.
Prese il cellulare e inviò al magazine dell’Isis il video che si era fatto poco prima. Anche se l’avessero intercettato, sarebbe stato troppo tardi.
E quando la morte vi prenderà.
Via della Conciliazione era a ormai pochi metri. Quella curva, e poi tutto sarebbe finito. Sentiva le dita fredde sul volante, e un gran caldo addosso. Ora c’era un gran caldo.
Portino la vostra anima in Paradiso.
Mise la freccia e svoltò. Eccolo lì, in fondo, San Pietro. La strada era sgombra. Accelerò. Trenta all’ora, quaranta, cinquanta, sessanta. La gente, intorno, cominciò a urlare.
© Baldini+Castoldi
11 Novembre 2020