L’amore non è fatto per chi ne ha paura. Lo sa bene Fred, il piccolo protagonista di Piccolo libro sull’amore di Ulf Stark, che oggi arriva nelle librerie per i tipi di Iperborea (traduzione di Laura Cangemi) nella collana “I miniborei”. Il quadro è quello del freddo Nord, il momento storico è quello della Guerra Mondiale, e il padre di Fred è lontano, chiamato a sorvegliare la frontiera. Il bambino ha risolto il problema della distanza con uno dei classici espedienti frutto del genio-bambino: parla al padre attraverso la presa d’aria del guardaroba, si mette in contratto con lui e gli confida anche le cose più delicate e personali della sua piccola esistenza, come il suo amore per la bellissima compagna di classe Gerda. Fred intraprende con determinazione l’inizio della sua educazione sentimentale, è risoluto a entrare in un territorio che non conosce ma che vuole percorrere senza alcun dubbio. E Ulf Stark racconta tutta la sua storia con una straordinaria capacità di stare negli occhi di quel bambino, con una levità ma, allo stesso tempo, con una commovente quanto precisa identificazione autore-personaggio. Un piccolo libro che è costruisce un’ avventura interiore alla scoperta delle complessità del mondo dei grandi.
#
Dietro di me sentivo sbuffare Oskar, il mio miglior amico. Lui odiava l’aritmetica. Io invece no: era la mia materia preferita. Avevo già finito tutti gli esercizi e rimesso nel portapenne sia la matita che il righello. Me la presi calma. Guardai Gerda e mi sentii scaldare tutto. Era nel banco di fianco al mio e stava rosicchiando la matita. Teneva lo sguardo fisso sulla pagina a quadretti del quaderno, con le sopracciglia aggrottate come se non riuscisse a capire un esercizio.
Io invece mi sforzavo di capire perché mi piaceva proprio lei e non Ingrid o Ann-Marie, per esempio. La maggior parte dei miei compagni avrebbe detto che erano più carine, e lo avrebbero detto anche Ingrid o Ann-Marie. Avevano l’aspetto tipico che hanno le ragazzine nelle foto di ragazzine carine. Gerda invece era robusta e aveva i capelli ricci e scuri che sembravano elettrici.
E anche la voce nasale. Eppure era solo lei a farmi scaldare tutto. Perché?
Di speciale aveva solo che alla sbarra orizzontale non la batteva nessuno, e nemmeno a braccio di ferro. Una volta aveva sconfitto Konrad, che pensava di essere il più forte della classe. Da allora lui la odiava e, anche se sosteneva di averla lasciata vincere perché era una femmina, nessuno gli credeva. Ma non era per la faccenda del braccio di ferro che mi piaceva.
Il fatto è che una spiegazione non c’era.
Quando mi girai di nuovo per vedere se mi era sfuggito qualche particolare di lei, lo sguardo mi rimbalzò dai suoi capelli elettrici dritto sul quaderno.
Vidi subito cosa non andava.
Per forza aveva l’aria così preoccupata. Si trattava dell’esercizio numero cinque.
Una semplice divisione. Strappai una pagina dal mio quaderno e scrissi:
Esercizio 5 = 308. Piegai il foglio facendone un pacchettino microscopico: un piccolo regalo di Natale in anticipo sui tempi. Avevo cercato di dare allo zero un po’ la forma di un cuore, ma non tanto da farlo risultare imbarazzante.
#
Ulf Stark (1944-2017) è stato uno dei più importanti scrittori svedesi per l’infanzia e tra i più amati dai giovani lettori. Pubblicato con successo in tutto il mondo, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Astrid Lindgren Award, il Deutsche Jugendliteraturpreis, l’Augustpris, il Nordic Children’s Book Prize. Iperborea ha pubblicato Sai fischiare, Johanna? (2017), vincitore del Premio Andersen nel 2018, Il bambino dei baci (2018), Il bambino mannaro (2019) e Tuono (2019).
© Iperborea
04 Novembre 2020