“Mariam Guerra e amori richiedono coraggio” di Antonella Sbuelz (Vallecchi Editore, 2023 pp. 464 € 20.00) con la carezzevole prospettiva del progetto grafico di Stefano Bonazzi, in copertina, dispiega il suo ventaglio narrativo nel contesto storico, politico, sociale, geografico nella cornice del colonialismo italiano in Libia e dona al patrimonio letterario del componimento storico l’ispirazione pittoresca e romantica nella profonda e poetica descrizione di gesta eroiche. Antonella Sbuelz costruisce un’imponente ed efficace disposizione nella capacità di attrarre il lettore e di suscitare il seducente interesse nel racconto degli avvenimenti e nella caratterizzazione dei personaggi. Illustra la bellezza carismatica di paesaggi contemplativi e la rappresentazione tragica dell’oscurità di un periodo inquieto.
Introduce, nel prologo, con l’evocazione delle parole, il dominio simbolico e suadente del deserto della Libia, scrive “il tempo diventerà un abisso muto”, sottolineando l’aspetto nascosto e impenetrabile della psiche umana, riportando alla parte più segreta e silenziosa della storia l’intramontabile conflitto interiore fra la vita e la morte. Ambienta il principio avventuroso nell’esperienza di una creazione romanzesca tra la solennità della protagonista Mariam e la radice leggendaria dell’onore, destabilizza il tempo dell’immaginazione, rintraccia il documento di un’identità che è elemento costitutivo del sentimento del passato e abita lo spazio di una vicenda che recupera l’estensione coloniale meno ricordata. “Mariam Guerra e amori richiedono coraggio” varca il confine tra l’impeccabile estetica e la discutibile etica del periodo storico, oltrepassa il valore irreprensibile dei personaggi, considerati nell’esplorazione psicologica delle proprie emozioni, esamina le situazioni dolorose, l’assalto della paura, il dominio dell’angoscia e il crimine dell’abbandono, sintetizza, con l’accurata competenza intellettuale dell’autrice, la ricostruzione di un’atmosfera immersa nell’epoca, sullo sfondo di avvenimenti realmente accaduti, proietta la relazione con i protagonisti. L’autrice affronta la storia del colonialismo con i conseguenti episodi drammatici, le operazioni militari della campagna d’Africa e i funesti contraccolpi per gli italiani, privati del proposito imperiale.
Antonella Sbuelz, nella fascinazione di ogni capitolo vorticoso e travolgente, insegue tutta la lunga, complessa e fitta storia dei numerosi personaggi. Mariam, insieme al fratello Samuel, condivide una crescita difficile, segnata da rinunce dopo l’imprevista morte del padre, viene dipinta nella curva resistente e coraggiosa della sua determinazione e della sua intensità di madre e di figlia. Sul destino di ogni personaggio incombe la coscienza della provvisorietà e la percezione dello smarrimento, l’instabilità morale di un’uguaglianza, incalza il contenuto spaventoso del sistema razziale, la cruenta guerra che distrugge l’amore e i sogni ma non sconfigge l’umanità di chi conosce la temerarietà e la forza d’animo per reagire e vivere. L’accesa vitalità delle relazioni amorose tra Mariam e Livio, Samuel e Jole, la premurosa attenzione per i figli Pietro e Leda si alimentano delle imprese valorose, nutrono gli incroci contraddittori degli episodi, sfidano il rischio per la vita, svincolato dalla prolungata spinta verso la struggente intraprendenza. Un libro toccante, tenero e severo che affida la sua conclusione nell’inaspettato epilogo contemporaneo, con la rivelazione della partecipazione affettiva e intima dell’autrice, come se la storia universale sovrapponesse a quella personale l’impronta della condivisione. Antonella Sbuelz insegue le sue ombre, indaga le sfumature, l’incontro contraddittorio delle anime. Rivela la riservatezza e l’urgenza dell’amore, mostra il desiderio delle vite, animando, con una scrittura sensibile e bruciante, la forma dell’umanità e intreccia perfettamente, con delicata saggezza, la visione popolare e collettiva della memoria per preservare la responsabilità degli uomini.
Rita Bompadre