Da questa settimana la mia cronaca dalla libreria potremmo, parafrasando un bel libro edito da Keller, Una passeggiata nella zona, cambiarlo con Cronaca dalla Zona Rossa. Da domenica 8 marzo fino a venerdì 3 aprile Parma è una di quelle aeree in isolamento. Un nuovo provvedimento del governo stabilisce una zona “arancione” con misure più rigorose. Una zona blindata, la nostra città, in base alle nuove misure nazionali di contenimento dell’emergenza coronavirus. Non possiamo permetterci forme di aggregazione e pure le nostre belle presentazioni a “debita distanza” sono saltate. Con grande compostezza, educazione e senso civico, proprio alla debita distanza di un metro, martedì 3 marzo avevamo raccontato il libro di Piero Malagoli E avrai sempre una casa.
Era uscito il 26 settembre per Edizioni Spartaco, e con determinazione abbiamo fatto e sostenuto questa presentazione, credendo di essere i Due Librai che non li ferma nemmeno il virus, anzi di essere i Librai che il virus lo attaccano. Ma quelli della curiosità e della lettura. Ma alla fine sono state sospese in tutta Italia manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura, in qualsiasi luogo, pubblico o privato. Del resto questo virus non è uno scherzo e abbiamo bisogno di praticare tutti comportamenti corretti, con grande senso civico e di responsabilità. In una situazione critica per tutti però, noi ci teniamo a continuare a proporre letture di rilievo anche per dare un segnale positivo di contrasto e di reazione a quello che sta accadendo.
Edizioni Spartaco pubblica questo libro dalle atmosfere molto americane. Ugo e Tiziana Di Monaco da anni portano avanti un progetto rivoluzionario e che noi abbiamo scoperto grazie al giornalista Lorenzo Mazzoni. Poi abbiamo conosciuto e ospitato negli anni tanti autori di questa casa editrice: Darien Levani e Attilio Coco e Nelson Martinico e Federico Ligotti e Andrea Vismara e Simone Costa. Edizioni Spartaco è una casa editrice indipendente fondata nel 1995 a Santa Maria Capua Vetere, ma si è affacciata sul panorama editoriale nazionale nel 2003, solcando il mare della distribuzione nazionale. Una piccola casa editrice, una casa editrice del Sud, una casa editrice di Terra di Lavoro deve avere più coraggio e sapersi ritagliare uno spazio maggiore di libertà, complici gli autori che meglio e con più efficacia riescono a raccontare, a dire, a comunicare. La sua produzione è articolata in collane di saggistica e narrativa. Il progetto grafico delle copertine di Edizioni Spartaco è firmato dal prestigioso studio Falcinelli di Roma con illustrazioni delle copertine che sono dell’architetto e disegnatore Giancarlo Covino. Dissensi è la collana di narrativa che pubblica letteratura straniera contemporanea, autori classici, narrativa italiana contemporanea, teatro. Il progetto editoriale è chiaro fin dal nome: Dissensi non soltanto di natura politica, ma ricerca di forme di scrittura moderne e di rottura, letterature ai margini come il libro di Piero Medioli.
«Amy Paige ci mise tre giorni a morire. Non riprese più conoscenza dopo il parto, vegetò a occhi chiusi in un rantolo soffocato. Lavata e sistemata in un letto pulito, pareva già morta mentre la vita intorno continua a scorrere. Non fu nemmeno convocato un medico. I soldi scarseggiavano e indebitarsi ulteriormente avrebbe significato mettere in pericolo la sopravvivenza della famiglia nell’inverno successivo».
Questo che avete appena letto è l’incipit di E avrai sempre una casa, romanzo di Piero Malagoli. Romanzo ambientato a Ozark, in Arkansas, nel periodo della guerra di secessione. È la storia di Kayla McMath, una ragazza quattordicenne che si ritrova orfana di entrambi i genitori a gestire una malridotta tenuta agricola in balia della natura selvaggia.
Malagoli da buon appassionato di letteratura americana ha saputo creare un buon romanzo di intrattenimento che richiama le ambientazioni e i personaggi di John Steinbeck ma pure Mentre morivo di William Faulkner. Storie di uomini e donne senza possibilità di riscatti nella vita, gente a cui non viene regalato nulla e che non possono ambire minimamente al sogno americano. Gente a cui resta solo la loro misera vita e la terra e la casa a cui rimanere tenacemente aggrappati. Pochi acri di terra e una casa che diventano tutto ciò che si possiede e per cui vivere e lottare tenacemente. Sembra non esserci nessuna speranza tra i campi di cotone e i cespugli e la terra arida in cui si snodano le vicende dei McMath, fittavoli bianchi che vivono la propria guerra privata e quotidiana mentre fuori dalla loro proprietà un grande conflitto insanguina il paese, la guerra di secessione. Bisogna scordarsi il paragone con Tara, la piantagione di cotone della Georgia che fa da sfondo a Via col vento. Kayla McMath è la protagonista determinata del romanzo, l’intensa eroina che in questi territori di uno Stato del Sud, l’Arkansas, impara sin da piccola, che la vita è dura, scandita dai tempi della semina e della raccolta del cotone che ti spacca la schiena e ti taglia le dita. Nelle prime pagine del romanzo muore di parto la quarantenne Amy Page, alla nascita della quartogenita Reese. La successiva improvvisa morte del padre, Zachary, lascia Kayla da sola, con il fratello minore Lucas, nella malridotta tenuta agricola, in balia della natura selvaggia e in attesa che ritorni il fratello maggiore Isaac, partito con l’esercito confederato alla disperata difesa di Little Rock. Gli echi lontani della guerra di secessione non spezzano l’isolamento dei due ragazzi che resistono, il libro dei salmi della madre saldamente stretto in una mano e nel quale la famiglia ripone la più cieca fiducia, il fucile Springfield del padre nell’altra. Le esperienze al limite, la lotta per non soccombere e garantire la sopravvivenza della piccola Reese fanno crescere velocemente Lucas e soprattutto Kayla, che non cederà di fronte a nulla, perché qui nell’Ozark, in Arkansas, se la terra non frutta, la banca si riprende la concessione e si perde tutto. Qui nell’Ozark, in Arkansas, non ci sono privilegi per Kayla McMath, quattordici anni e solo prove difficili da affrontare. Territorio nudo e crudo, quello dell’Ozark, in Arkansas. La semina e la raccolta del cotone dettano i tempi della vita dei suoi abitanti, senza scampo. Nell’asprezza del suo paesaggio si staglia l’esistenza di Kayla McMath, quattordici anni e sulle spalle un carico pesante: la responsabilità dei suoi fratelli, la solitudine nella gestione dell’arduo compito dopo la morte dei suoi genitori. Questo il fulcro della trama coinvolgente di E avrai sempre una casa.
Nei loro giorni non c’erano aspettative, se non quella di rimanere vivi. Il Dio tanto invocato quotidianamente dal libretto dei salmi, si gira sempre dall’altra parte e a prevalere è la rassegnazione a una sorte cieca e bara che sconfigge sempre Non troveremo nulla di consolatorio tra le righe di un romanzo in cui è la natura cattiva a farla da padrona, e come i grani di un rosario al passare degli alluvioni, seguono solo giorni di freddo che uccidono e mandano in malora i raccolti delle piantagioni. Conservare la fattoria, avere sempre una casa è la sola possibilità di sopravvivenza. Molto ben caratterizzati i personaggi di Kayla e Lucas, messi in contrapposizione ma sempre scavando in profondità la loro indole tenace e molto bravo l’autore anche nella minuziosa descrizione dei paesaggi, al punto tale da farvi immaginare di essere proiettati dentro quella storia e dentro quei luoghi. E fa quasi specie imparare che Piero Malagoli è modenese e non è nato in uno Stato del Sud dell’America.
Antonello Saiz