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Antonello Saiz racconta “L’opzione di Dio” di Pietro Caliceti

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«Perché l’alternativa a credere in Dio sarebbe o che tutto questo non ha alcun senso, o che è stato creato da qualcuno di cattivo. E di fronte a queste alternative, optare per Dio è la migliore opzione possibile.»

L’opzione di Dio, Pietro Caliceti, Baldini+Castoldi 2020

Con una delle nostre Dirette del venerdì sera abbiamo provato a raccontare in maniera insolita un romanzo davvero molto profondo e delicato, uscito il 15 novembre scorso nella collana “Romanzi e Racconti” della casa editrice Baldini+Castoldi: L’opzione di Dio, di Pietro Caliceti.

Pietro Caliceti è stato uno degli avvocati italiani più stimati e uno dei massimi esperti al mondo in campo societario e finanziario. Durante la serata ci ha raccontato che si occupava di fusioni e acquisizioni, con negoziati in ogni parte del mondo, ma che quando nel 2008 con la crisi tutto è saltato, si è ritrovato spalle al muro. Fino a quel momento non aveva mai pensato di scrivere un romanzo. Lo ha fatto perché ne ha sentito forte il bisogno fisico.

Siamo partiti, nella diretta, raccontando della nostra surreale conoscenza in un ristorante di Crema e di come era cresciuta la stima reciproca e l’amicizia leale. Poi siamo finiti a parlare lungamente di “scrittura salvifica”. È stato nella scrittura e nella narrativa che Pietro Caliceti ha trovato la via d’uscita dal tunnel in cui ero precipitato: aveva intuito che, raccontando il vuoto, in qualche modo questo voleva dire anche riempirlo. Da quel riempire vuoti, dopo numerose pubblicazioni in materia giuridica, sono nati nel 2016 L’ultimo cliente e nel 2017 BitGlobal, pubblicati da Baldini+Castoldi. Due thriller mozzafiato, ricchi di suspense, che hanno incontrato il favore del pubblico e della critica e hanno fatto subito di lui uno dei nomi di punta fra gli scrittori di thriller.

Con una trama che supera ogni aspettativa – e anche un certo superamento del genere – arriva questo nuovo romanzo, che tra giochi di potere con al centro religiosi senza scrupoli, raggiri, ricatti e intrighi, punta dritto a indagare l’Uomo, i meccanismi del Male e l’Assenza di Dio.

Il romanzo si compone di brevi capitoli, incalzanti e carichi di tensione, dove le storie si intrecciano fra Città del Vaticano, Sudafrica, Malta e Roma. Tutto parte in un futuro non ben precisato, ma non molto lontano dai giorni nostri, considerando che sul soglio di Pietro c’è il successore di Bergoglio. Nel primo capitolo siamo nel cuore pulsante della cristianità quando un ragazzo arabo a bordo di un pulmino, lungo via della Conciliazione, sferra in Italia il primo enorme attentato di matrice jihadista, compiendo una strage di fedeli, abitanti e passanti davanti a San Pietro. A essere colpito in pieno, un avvocato al vertice dello IOR, la Banca vaticana. Quasi in contemporanea, nel Palazzo Apostolico comincia a circolare voce che il Papa stia morendo.

Tutto questo accade in un momento di grande disgregazione della Chiesa, con un Papa che ha cercato di seguire la politica riformatrice di Bergoglio, provando a limitare gli intrighi e le nefandezze, ma riuscendo solo a fare grandi capolavori di marketing. Nella Curia si scatena la lotta per la successione e il candidato più papabile viene dal Sudafrica. Si tratta dell’arcivescovo di Pretoria Warren Hamilton ex rugbista, sostenitore dell’ala progressista in linea con la politica del Papa morente, denominato “Il Negoziatore” per le capacità dimostrate nel convincere le famiglie di vittime della pedofilia sudafricana a conciliare per pochi spiccioli prima che si arrivasse in tribunale, facendo così risparmiare alla Chiesa un sacco di soldi.

Esponente dei conservatori tradizionalisti è invece un asceta in odore di santità, Angelo Vignale, che il Papa uscente ha voluto quale suo prelato allo IOR.

Entrambi si lanciano alla ricerca frenetica di un modo per sbarrare al rivale la strada verso il soglio pontificio. Aiutato dai due fratelli Macchia, Alessio e Giovanni – divisi dal credo religioso, ma uniti da valori e ideali comuni di giustizia – Hamilton punta a passare al setaccio i conti dello IOR, sperando di trovare irregolarità a carico di Vignale. Alessio Macchia è un giovane prete dalla fede incrollabile, suo fratello Giovanni un avvocato specializzato in questioni finanziarie, che ha perso completamente la fede in seguito alla morte della loro piccola sorella Lucrezia.

Dal canto suo, Vignale sguinzaglia il suo assistente, monsignor Freschi, a indagare sul passato di Hamilton, sperando di trovare qualche scheletro nel suo armadio, essendo la Chiesa sudafricana sull’orlo del baratro a causa di segreti e di occultamenti sui sacerdoti coinvolti in scandali sessuali. Scopriamo un vero e proprio covo di vipere tra questi religiosi senza scrupoli invischiati dentro fazioni agguerrite e pronte a fronteggiarsi.

Parallelamente la polizia indaga sull’attentato targato Isis. Nelle indagini viene coinvolta anche la compagna di Giovanni Macchia, Laura, in forza al nucleo antiterroristico. L’intrigo di potere, soldi, terrorismo e compromessi all’interno del Vaticano si fa sempre più fitto e sembra essere tornati al potere temporale delle crociate, solo che qui si procede con conti bancari anonimi ripuliti e svuotati, altri aperti e chiusi in un battibaleno a Malta (lavatrice del riciclaggio), e nomi che cadono dietro maschere di santità. Ma qui non sono solo raccontati i legami tra le banche e questi prelati fini calcolatori, sono spiegati i meccanismi alla base degli intrighi e, in maniera lucida, si va a cercare la verità indagando su cosa si nasconde nell’animo di questi uomini.

Non sono il Denaro che diventa lo sterco del Demonio né l’evidente scollamento tra Dio e la Chiesa a essere gli elementi più evidenti nella narrazione. È l’uomo e l’assenza di Dio a prendere la scena. È Alessio Macchia si ritrova, alla fine, da solo con la sua fede ad attirare le simpatie e le attenzioni del lettore.

A dare un ulteriore impulso a questo tipo di narrazione, è una scrittura tagliente ed evocativa, capace anche di spiegare a tutti argomenti finanziari non semplici. La naturalezza di saper raccontare con una marcia in più e un approccio agli argomenti più profondo rende questa lettura molto interessante. Per tutte queste ragioni anche on line siamo riusciti a spiegare il libro e a coinvolgere un numero notevolissimo di spettatori parlando di trame, di thriller, di misteri, ma anche di molto altro. Abbiamo citato gli echi di Böll e di Pascal, di Dostoevskij e di Sant’Agostino. È stato molto bello poter misurare la reazione dei lettori facendo profonde riflessioni sulla Fede e il perenne conflitto tra il bisogno di credere e l’assurdità del credere.

La cronaca del libraio a questo giro ha una componente di partecipazione aggiuntiva, perché concludo raccontando che la mia messaggistica su WhatsApp, dalla diretta fino al giorno successivo, è stata letteralmente presa d’assalto da complimenti per la serata e ringraziamenti per aver suggerito di leggere di questo romanzo che, saputo debitamente tradurre, ha tutte le premesse per essere un successone internazionale.

Antonello Saiz

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