Risorgere il bel libro di Paolo Pecere giunto in libreria sul finire di novembre scorso, è il penultimo della serie Altrove (l’uscita dell’ultimo titolo è prevista in primavera), la collana di Chiarelettere mirabilmente curata da Michele Vaccari, editor e scrittore genovese. Noi abbiamo deciso di presentarlo con determinazione nella nostra libreria un sabato di metà gennaio, pur non avendo con la casa editrice nessun tipo di rapporto commerciale diretto. Questo libro, come molti altri libri di questa collana, lo abbiamo fortemente voluto ai Diari di Parma e, esattamente come era accaduto con gli altri, abbiamo saputo costruirci attorno una cornice adatta per farlo conoscere ai nostri lettori.
Nel caso di Risorgere abbiamo chiamato un bravissimo fotografo, Cristiano Bonassera, e abbiamo con lui inaugurato una mostra fotografica che parla di viaggi. Con lui, che ha anche un passato da attore, abbiamo poi concordato delle emozionanti letture tratte dal libro e che sono state capaci di incuriosire i lettori presenti. Questa è la cronaca della serata di un sabato in libreria.
Ora, però, voglio spendere due righe per quella editoria italiana capace di saper sperimentare, ma che poi inspiegabilmente non si sa spingere oltre. Dopo aver letto gli interessanti esperimenti di Funetta, Bellocchio, Zardi, Tedoldi, Permunian, Avoledo e Magliani, da lettore prima ancora che da libraio, non mi aspettavo affatto la chiusura di questa collana capace di aver saputo interpretare il reale e il contemporaneo con grande efficacia e con una nuova chiave interpretativa.
Occorre saper aspettare e far sedimentare bene tutti quei progetti che provano a fare esplorazioni in territori vergini. Rimangono, invece, misteri della fede incredibili quelli per cui si abbassa la saracinesca su una collana coraggiosa, si mette fine a una presa di posizione forte sulla scena italiana. Per questa ragione io mi auguro una risposta forte dei lettori in questo momento. Pensate che meraviglia se l’attenzione di molti venisse, ad esempio, concentrata adesso su questo piccolo libro di Paolo Pecere, penultimo della serie, e con il passaparola tra lettori forti e addetti ai lavori si cominciasse a dare segnali. Sono sogni. Sogni di un libraio resistente e che spesso vive di utopie, ma che non si arrende e spera che questa piccola storia che tiene insieme pezzi di mondo distanti, apparentemente inconciliabili, possa colpire la voglia di leggere di quei lettori forti.
Mondi distanti, dicevamo. Europa e Cina. Est e Ovest. E in tempi di infezioni e contagi da coronavirus dalla Cina, questo libro è più che mai attuale con il suo uscire dai canoni e dai confini dell’occidente.
Il libro si apre con due giovani ragazzi che scompaiono durante un trekking sull’Himalaya dove erano arrivati per cercare il padre cinese di lei. Avventure di due ragazzi dell’Europa post muro di Berlino in un libro distopico, ma ambientato in un tempo molto prossino e vicino.
Con la stessa grande felicità di penna che aveva utilizzato nel suo romanzo d’esordio per LiberAria, La vita lontana, Paolo Pecere ci regala un racconto dove la storia di questa ragazza divisa tra Oriente e Occidente, si sovrappone su più piani paralleli a quella del nostro recente novecento, dal muro di Berlino a piazza Tien An Men. A trent’anni da quei fatti, “da quel ’89 paradossale, in cui la forza di nuove generazioni, da un lato del mondo, riuscì a sconfiggere il passato almeno con la stessa forza d’immaginario con cui dall’altro capo della Terra definì l’orizzonte della razza umana, il suo avvenire. Perché Risorgere ci mette a confronto anche con questa idea, la Cina di oggi come prove generali di ciò che diventeremo”- come ha scritto, appunto, Michele Vaccari.
Una lettura che diventa analisi chirurgica e confronto tra la vecchia e fiacca Europa, quella che non riesce più a stare al passo con i tempi e una giovane Asia, sta esplode sul panorama mondiale e ne condiziona gli andamenti. Tutti i libri della collana Altrove sono da leggersi come una possibile previsione del mondo che verrà. La narrazione in Paolo Pecere, in più, ha spesso il pregio dell’andamento che appartiene ai grandi scrittori di viaggio. E qui di territori se ne attraversano parecchi. Si attraversano territori ignoti o noti come Berlino, Roma, Pechino, Hong Kong, l’Himalaya.
Un altro libro importante che è un altro esperimento, come tutti gli altri di questa collana che immaginare futuri possibili, cambiamenti, svolte. Cambiare il punto di vista e le prospettive, anche questo fa questo libro che è, però soprattutto, una dichiarazione esplicita d’amore per il suono di altre voci e altre lingue, una patria elettiva, l’accesso temporaneo a una diversa cerchia familiare.
Le pagine in cui si parla di lingue da imparare sono particolarmente belle e leggendole mi è venuto in mente un brano di Francesco De Gregori, Cuore di cane, cantato da Fiorella Mannoia, quando in un passaggio viene detto “imparare le lingue del mondo imparare a parlare, a passare tra la pioggia e la polvere tra la terra ed il mare, che viaggiare non è solamente partire, partire e tornare, ma è imparare le lingue degli altri, imparare ad amare”.
In Risorgere, nel 1989, Chen è uno degli studenti che in piazza Tienanmen manifesta per una Cina più democratica, più libera, più simile al mondo occidentale. Quando il movimento viene represso nel sangue, Chen riesce a scappare in Germania. Qui conosce una donna, Raffaella, che alcuni mesi dopo dà alla luce Gloria. Musicista, italo-cinese, millennial, cresciuta tra Berlino e Roma, in un’Europa che la osserva impassibile cercare un lavoro con sempre maggiore disperazione, Gloria sa di non avere niente da perdere. Per questo, insieme all’amico Marco, uno studente di antropologia che condivide con lei, come tanti altri, la mancanza di prospettive future decide di mettersi sulle tracce di quel padre che conosce solo attraverso i racconti di sua madre, in un viaggio che li porterà ad attraversare i continenti e la Storia. Fino a quando, sui monti himalayani, in una valle senza uscita oltre il confine della Cina, tra ghiacci che si sciolgono e nessun segno di vita, Gloria scivola in un crepaccio e scompare. Su una linea narrativa parallela, Liang, vecchio amico e amante di Chen, ripercorre nella memoria la propria vita di poeta attraverso la violenza del Novecento cinese. Due storie si sovrappongono negli eventi di pochi giorni, mentre i due narratori seguono le tracce della figlia e del padre. Un romanzo sul tempo, quello europeo che sembra non muoversi oltre il Novecento e quello cinese che accelera sul futuro cercando di rimuoverlo. Ma anche il racconto di una identità italo-cinese sempre più forte e dell’emigrazione italiana di un’intera generazione perduta, quella dei millennials, che sempre più si sposta all’estero alla ricerca di nuove possibilità.
Risorgere è una sperimentazione molto particolare, un segno importante e indicativo che qualcosa, in questi anni si è mosso in direzione di una progettualità.
Io credo fermamente che questa collana capace di parlare di futuro prossimo in maniera articolata, riuscendo a fare buona letteratura, mancherà a molti lettori, Ma sono parecchio parecchio fiducioso, perché il germe della buona letteratura è vivo e vegeto e non tarderà a dare i suoi frutti con molti di questi autori, per così dire, laterali, come Paolo Pecere.
Antonello Saiz