Che poi sono sempre i soliti venti, venticinque personaggi, quelli presenti a tutti i festival letterari no? Spero ve ne siate accorti. Guardi il programma degli incontri e, gira e rigira, sono sempre loro venti, venticinque. Una compagnia di giro, diciamo. Corrado non manca mai, col suo tono garbato e rassicurante. Beppe, Lella, Michela richiestissimi. Michele e Gad ci sono e non ci sono. Dipende. Poi Alessandro, se ha un libro da promuovere. Sennò sta bene anche defilato nel suo buen retiro assieme a Oscar. Roberto se non è a New York un invito lo accetta volentieri, però bisogna sentire la questura, perché gira con la scorta. Poi Michele il fumettista col nome d’arte. Ascanio, Maurizio e la sua Napoli Noir…c’è sempre qualche assessore che chiede all’addetto alla cultura di portare al festival la scrittrice Elena. Se digiti su Google “scrittrice italiana che non si fa vedere” salta fuori lei. Per un programma equilibrato ci devono essere anche Vito, ed Enzo dal monastero. Carlo a parlare di Gialli e omicidi irrisolti. Per l’arte deve per forza venire Philippe. Quei ragazzacci della radio cultura me li vedo lì in redazione: «Quello è n’fascio nun lo chiamamo.»
«Fascio de che?»
«Eh, fascio demmerda. L’altr’ano nun ha firmato la petizione der burchinafaso!»
«Abbè, allora c’hai raggione. Nun presentiamo er suo libbro demmerda…»
Qualcuno lo dice a Goffredo? Diteglielo a Goffredo. Ditelo a Goffredo che quello è uno che non sta ai patti e non firma le petizioni. Ma Goffredo non ha il cellulare, lo trovi solo in redazione alle Edizioni dell’Asino. Allora, in alternativa, si dice a Nicola e Christian. Ci penseranno loro a fare i guardiani della soglia assieme a Marino.
Sempre quei venti, venticinque, che girano a “Gettone di presenza”, gestiti dalle rispettive agenzie. Federico della radio di Confindustria sa tutti i cachet. Chiama lui, chiama Federico a presentare…Che ne so, il Fede può venire a presentare Carlo che parla di Fisica o Matteo a parlare di figli e padri o Telmo a discorrere di scimmie e uomini. E Giancarlo con la sua Roma criminale?
I festival servono per farsi trovare. Ho visto coi miei occhi gli addetti alla cultura, assiepati, attendere Corrado o Lella e Beppe per farsi dare un recapito e poterli contattare per invitarli ai loro festival di paese, per i loro cartelloni culturali, perché un avanzo di spesa c’è sempre, una delibera cultura c’è sempre…ci sono soldi da spendere entro l’anno. I danè! Insomma quei due barra tremila euro più IVA, al massimo cinquemila si trovano sempre per chiamare Tizio o Caio o Sempronio a parlare del suo ultimo libro o a pontificare sull’ultimo politico o dei migranti o della pace nel mondo o di Trump che è cattivo o dell’uomo su Marte. Fai cinquanta incontri all’anno, grazie ai festival letterari, a tremila euro più vitto e alloggio e spese e il fatturato è servito. Se poi di soldi ce ne sono di più si fa il festival con tutti e venticinque del giro più due o tre nuovi che saltano fuori perché li suggerisce Goffredo o Lella o Concita o Daria.
La condizione di questi stacanovisti della cultura è descritta molto bene, almeno nella sostanza, dall’ultimo libro di GIPI Momenti straordinari con applausi finti (Coconino) perché il protagonista della sua graphic novel è uno stand-up comedian che deve tenere spettacoli in locali e teatri. Nel frattempo assiste la madre in fin di vita. Nei suoi spettacoli usa questa disgrazia personale per fare ridere la gente. Si sente una merda, così appare il bambino che era. Il bimbo gli parla senza sconti. Il libro è ricco di suggestioni simboliche: gli esploratori dello spazio, l’acqua, il superstite del Vietnam che fa il consulente per i film di Hollywood, il nero. Tutti questi personaggi, questi elementi, fanno parte di una trama ben gestita dall’autore che, a mio avviso, è uno dei più dotati autori di fumetti. Capace, molto meglio dei suoi coetanei scrittori, di delineare il senso di questo nostro stare al mondo. Ma lo racconta molto meglio di Sandro eh. Molto ma molto meglio. Sostituite lo stand-up comedian con uno scrittore o un giornalista o uno che, insomma, fa libri, e GIPI sta raccontando esattamente di loro.
Massimo, che fa parte del gruppo, lo spiegherebbe molto bene, per il tramite di Lacan.
Chissà se gli altri soliti venti, ventiquattro amici della compagnia di giro sarebbero d’accordo con lui!
Personalmente vorrei avere l’opportunità di ascoltare anche altre voci. Per esempio GP. GP Serino, eh. Magari assieme a GIPI il fumettista.