Nei 25 anni dalla sua pubblicazione “Maus” (in Italia con Einaudi) di Art Spiegelman è diventato un classico, espandendo l’orizzonte del graphic novel nell’ambito della non-fiction, affrontando la Shoah da una prospettiva inedita e cogliendo le più sottili sfumature del difficile dialogo tra padre e figlio (nel libro è il padre a raccontare al figlio le sue esperienze nel ghetto in Polonia e ad Auschwitz). Un successo planetario suggellato dal Premio Pulitzer. Ora è appena uscito negli States (da noi sarà in libreria tra un anno) “MetaMaus”. Qui l’autore cerca di rispondere una volta per tutte alle domande che il mondo gli rivolge da un quarto di secolo: perché il fumetto, perché i topi, perché la Shoah. Il risultato è un gioco di scatole cinesi: un libro (MetaMaus) che è un’intervista su un libro (Maus) che a sua volta è il risultato di un’intervista dell’autore a suo padre.
Un percorso di schizzi, disegni appunti, fotografie e audio che ricostruisce anche i sentimenti privati dell’autore riguardo al successo commerciale di un’opera basata su una tragedia.
Spegelman incontrerà il pubblico italiano a Torino il 19 gennaio al Circolo dei lettori.
(Alessandro Cassin, L’Espresso, pag. 87, 4-1-2012)