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Attilio e Ninetta Bertolucci. Il nostro desiderio di diventare rondini. Poesie e lettere

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 Dentro Il nostro desiderio di diventare rondini. Poesie e lettere, di Attilio e Ninetta Bertolucci, curato da Gabriella Palli Baroni, si racconta l’incanto intimista della dimensione sentimentale senza confini, in ogni gentile e tenue sfumatura, attraverso la rappresentazione lirica di luoghi, ambienti e ricordi abituali e la descrizione spontanea di una elegia degli interni fra domestiche e familiari rivisitazioni romantiche.

I testi, poesie e lettere che hanno congiunto costantemente l’alleanza emotiva dei protagonisti nel miracolo dell’amore e nella solennità della poesia, manifestano la partecipazione appassionata alla bellezza, leggera e sensuale delle dichiarazioni d’amore. La consapevole riconoscenza di una infinita confidenza di complicità, celebra la lealtà della memoria nell’esperienza sensibile della tenerezza.

Le parole, patrimonio dell’anima, concedono la percezione di un tempo ulteriore nell’esistenza, evocano l’idea di una vita prolungata, nella compiacenza felice di narrarsi il mondo interiore con l’intento comune di divulgare l’eternità. Il libro promuove gelosamente il consenso a custodire la sorgente degli affetti e a proteggere la relazione con la realtà. Le poesie di Attilio Bertolucci dischiudono i periferici collegamenti degli orizzonti e sconfinano nell’armonia medianica della voce interpretativa e dello sguardo narrativo.

Il riassunto artistico, dolce e temerario della vita si intreccia al vincolo del possesso biografico, accompagnando la fiduciosa empatia del filo di continuità, la somma amplificata di ogni eloquente promessa sostenuta da impronte invisibili nelle emozioni d’amore, nella generosità del desiderio. L’affabilità amorosa che unisce Attilio e Ninetta Bertolucci nelle lettere, congiunge l’elemento distintivo della stabilità, scrivendo e fermando su carta la sintonia emotiva, con un accordo d’intesa verso un tragitto privato di crescita umana e spirituale, una unione solida e resistente in cui la conoscenza reciproca del rispetto sostiene sempre la pienezza esistenziale e mantiene la sensibile espressione dell’accoglienza e della presenza benevola della quotidianità. Il libro è un ideale tangibile di donazione alla soave amorevolezza, nella virtù necessaria a esaltare la dedizione di chi amiamo e a riconoscere la solidarietà.

La speranza nutre la grazie reciproca di ogni comunicazione leggendo, nella prospettiva dei sogni e nella gioia di vivere, la tendenza della volontà ad aggiungere forza comprensiva nella storia e a raggiungere il privilegio naturale di condividere il tempo, sostenendolo a vicenda. La disponibilità alla progettualità nell’unione è l’esortazione principale del libro e invita a un impegno verso l’essenziale, dolce e magica percezione del mondo affettivo. Il titolo del libro, Il nostro desiderio di diventare rondini, preso da una lettera scritta da Attilio a Ninetta, è metafora e simbolo dell’amore coniugale, un aspetto segreto della semplicità e della saggezza, strettamente legato alla predilezione per un atteggiamento capace di riconoscere la purezza del corteggiamento. Il rinnovamento dello spirito libero che incrocia l’anima incoraggiando l’impulso al viaggio da compiere insieme abbracciando l’unicità di volersi bene.

Rita Bompadre

Recensione al libro Il nostro desiderio di diventare rondini. Poesie e lettere, di Attilio e Ninetta Bertolucci, a cura di Gabriella Palli Baroni, Garzanti Editore 2020, pagg. 523, € 35.

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Di seguito alcuni testi tratti dal libro.

Amore a me…

Amore a me vicino

di tua crudeltà mi consola,

fuori è notte e cade

una dolce pioggia improvvisa.

La famigliare lampada rivela

le intime e care cose,

amore parla e parla di te

sommesso, come acqua fra erbe alte.

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Questa sera il sole…

Questa sera il sole tramonta nei tuoi occhi

l’inverno vi si spegne, lenta brace tranquilla.

Così la gente indugia per le strade che l’ombra

non ha toccato ancora, ma il fumo appena

da umili camini intimamente annuvola.

Tu lascia che ristagni sulle case ed offuschi

i lontani del cielo che scolora.

Finché un’altra pena

porti la notte, vigilia della primavera.

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Non

Non mi lasciare solo se io

ti lascio sola

e intorno a te la luce

è quella che fa piangere

dei giorni ordinari,

non allontanarti con passo

fiducioso in direzione

dell’estate e non

considerare rassegnata

la fatalità delle averse e del sole,

non acquistare viole in prossimità della casa.

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