Vivo posseduto da preconcetti, mi avvolgono come i maglioni girocollo invernali. Stringono e quella stretta, inizialmente fastidiosa, con il passare del tempo si trasforma in un abbraccio. Non perché si sia allentata ma perché semplicemente vi ci siamo abituati. Così riconosco vivere gran parte della mia vita, avvolto da preconcetti generalmente filati in pura lana…
Continua a leggere >Milano e l’odore dei gelsomini
Quando mi sveglio guardo sempre fuori dalla finestra. Osservo il cielo, la sua ampiezza, i colori che lo dipingono cercando di prevedere come sarà la giornata. Cerco le nuvole e, se ci sono, ne osservo la densità e come si muovono. Apro la finestra, chiudo gli occhi ed annuso l’aria. Gli odori mi danno indicazioni…
Continua a leggere >L’arte è diventata una palla?
Quest’anno fanno trent’anni da quando ci siamo conosciuti. In tutto questo tempo la frequentazione con M é stata piuttosto altalenante eppure, se penso a lui, penso ad un amico, ad un punto di riferimento. Forse perché lontano, con una vita ed un punto di vista diverso dal mio e quindi utile a spostarmi dalla zona…
Continua a leggere >In alto le spade!
É inutile mentire. Alla fine ho cambiato scuola a mio figlio perché volevo per lui di più. E credo che sia un desiderio normale, anzi, doveroso. Volere di più, volere il meglio: volere il bene. E davanti agli occhi di un figlio, il bene non ha limiti e non é di certo barattabile con prese…
Continua a leggere >Nadezhda, il destino dell’umanità
Un giorno Luca mi raccontò una storia. Si trattava dei quella di un poeta dal nome complicato. Un grande della poesia imprigionato dal più grande dittatore di uno dei più forti regimi in nome della più potente ideologia che sia mai esistita. Vituperato, incarcerato, obbligato ai lavori forzati, esiliato e maltrattato a seguito di un…
Continua a leggere >Il quadro che mi cambiò la vita
Per parlare d’arte partirei da quel giorno in cui qualcosa dentro di me scattò determinando ogni scelta che avrei fatto in seguito. Ero piccolo, non so esattamente quanti anni avessi, ma ricordo guardare il mondo dal basso. Avevo sempre disegnato e dipinto, tanto che mio padre, a soli sei anni, mi regalò un cavalletto, delle…
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